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HSBC si scusa

Si stanno delineando i contorni del furto di dati bancari alla HSBC di Ginevra: potrebbe interessare circa 15'000 clienti attuali e 9’000 ex-clienti. La Finma ha aperto una procedura di inchiesta sulla questione.

Il presidente della direzione della filiale elvetica dell’istituto di credito britannico, Alexander Zeller, ha affermato giovedì a Ginevra in una conferenza stampa che la sottrazione dei dati bancari è stata perpetrata circa tre anni fa da un collaboratore del servizio informatico e che i conti in questione sono stati aperti prima del 2006.

«Deploriamo profondamente questa situazione e presentiamo le nostre scuse più sincere ai clienti che potrebbero veder minacciata la loro sfera privata», ha aggiunto Zeller. Per far fronte alla situazione, l’istituto contatterà attivamente tutti i clienti che hanno aperto un conto in Svizzera, si legge nel comunicato.

L’Autorità di vigilanza dei mercati finanziari (Finma) ha informato giovedì in una nota che darà avvio ad una procedura amministrativa formale nei confronti della HSBC. Con questa inchiesta la Finma intende determinare come è stato possibile sottrarre un numero così elevato di dati bancari. Vuole inoltre verificare se sono state prese nel frattempo da parte dell’istituto bancario delle contromisure sufficienti al fine di evitare il ripetersi di casi analoghi.

In dicembre, il fisco francese aveva messo le mani sul materiale sottratto dall’informatico franco-italiano Hervé Falciani alla HSBC. Questa vicenda aveva in seguito innescato tensioni fra Berna e Parigi.

Stando allo stesso Falciani, le informazioni hanno permesso alle autorità parigine di stilare una lista di 3000 evasori francesi.

All’inizio di questo mese, la HSBC ginevrina ha ricevuto da parte delle autorità federali una copia dei dati in questione. Nel suo comunicato, la banca privata ginevrina ha precisato che «i dati in questione non hanno permesso e non permetteranno di accedere direttamente ai conti».

L’istituto ha ottenuto inoltre conferma dalle autorità elvetiche che non verrà prestata assistenza amministrativa per richieste giunte sulla base di informazioni rubate. Dal canto suo, la Francia ha informato Berna che i documenti «non verranno utilizzati in modo inappropriato».

swissinfo.ch e agenzie

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