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Il piano Paulson accolto con scetticismo

Dopo il sì della Camera dei rappresentanti, George Bush e Henry Paulson possono tirare un sospiro di sollievo Keystone

Dai commenti di alcuni economisti pubblicati sabato sui giornali svizzeri traspaiono dubbi sul reale impatto del piano da 700 miliardi di dollari approvato venerdì dalla Camera dei rappresentanti USA.

“Il mio timore è che questo piano di salvataggio più che favorire ritardi il consolidamento del settore”, scrive Yvan Lengwiler, professore di economia all’Università di Basilea in un articolo pubblicato sabato dalla Neue Zürcher Zeitung.

Con questo programma – sottolinea – lo Stato dispensa le banche dall’accollarsi gli imprudenti rischi che hanno preso. “Il segnale che viene dato è fatale”, critica Lengwiler. Se tra qualche anno l’economia dovesse ritrovarsi nuovamente in una situazione simile, ciò potrebbe costituire un pericoloso precedente.

Un “crollo del sistema”

Per il professore d’economia, il piano di salvataggio del settore finanziario americano è ancora più difficile da digerire poiché è stato elaborato dal ministro delle finanze Henry Paulson, un ex dirigente di una banca d’investimento che oggi “si batte affinché una parte importante dei soldi dei contribuenti sia utilizzata per liberare le banche dai loro investimenti marci”.

Da parte sua dalle colonne della Berner Zeitung Thomas Straubhaar, direttore dell’Istituto d’economia di Amburgo (HWWI), stima che si tratta di “un crollo del sistema capitalista”.

“Il fatto che questo pacchetto di salvataggio da 700 miliardi venga dagli Stati Uniti, patria fondatrice del capitalismo, è un fatto che non bisogna sottostimare”, aggiunge l’economista svizzera.

Straubhaar mette anche in guardia contro le false soluzioni: l’aumento e il calo dei tassi, gli utili e le perdite, i successi e i fallimenti sono secondo lui “delle condizioni necessarie affinché l’uomo progredisca e il benessere aumenti. Ogni sistema che si fonda sulla libertà e la responsabilità individuale è superiore agli altri”. “La storia – sottolinea – lo ha dimostrato ha più riprese”.

Somma sufficiente?

Se i 700 miliardi di dollari saranno sufficienti per stabilizzare il sistema rimane per il momento ancora un mistero: “Oltre al credito ipotecario vi sono molti altri potenziali settori di crisi, come ad esempio quello del leasing sulle automobili”, osserva Lengwiler nel suo contributo apparso sulla NZZ.

Per Beat Bernet, direttore dell’Istituto svizzero di studi bancari e finanziari dell’Università di San Gallo intervistato dalla radio svizzera tedesca DRS, il pacchetto rappresenta solo un provvedimento volto a non far crollare la fiducia degli investitori.

Un’opinione condivisa anche da Bernd Schips, ex responsabile del centro di ricerche congiunturali (KOF) del Politecnico di Zurigo. Dalle colonne del St. Galler Tagblatt, Schips chiede al Consiglio federale, alla Banca Nazionale e alla Commissione federale delle banche di esporre con chiarezza i passi da compiere nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare.

Stare a guardare non contribuisce a ripristinare la fiducia nel sistema finanziaro, avverte Schips. Le autorità devono perciò mostrare quale sono le mosse concrete e le regole che vogliono adottare per diminuire in futuro i rischi.

Un piano “utile e ragionevole”

Il presidente di UBS Peter Kurer è dal canto suo tra coloro che stimano positivo il programma di rilancio elaborato da Henry Paulson. In un’intervista pubblicata dal Blick, Kurer parla di un piano “utile e ragionevole”.

La sua banca – sottolinea – ha un “interesse diretto” all’applicazione del piano di salvataggio dato che è “molto presente negli Stati Uniti”. È però ancora presto per sapere se l’istituto potrà beneficiare del piano, poiché mancano ancora particolari sulle modalità d’applicazione.

Secondo Kurer, inoltre, la manovra non infrange le regole del libero mercato. “Trattandosi di una crisi eccezionale e globale, lo Stato può intervenire per evitare il tracollo completo del sistema”, afferma.

swissinfo e agenzie

Il piano da 700 miliardi di dollari (850 miliardi con gli sgravi fiscali) messo a punto dal segretario al Tesoro Henry Paulson – e approvato dal Congresso USA – prevede lo stanziamento di una prima rata di 250 miliardi per acquisite dalle banche titoli “spazzatura”.

Altri 100 saranno stanziati dopo un via libera della Casa Bianca e gli ultimi 350 dopo un riesame del Congresso.

Una quota di proprietà delle società che accedono al programma di salvataggio andrà ai contribuenti, che avranno anche la possibilità di ricevere un profitto se le condizioni di mercato migliorano.

Il piano fissa inoltre un tetto agli stipendi dei manager delle società assistite e vieta i cosiddetti “paracaduti dorati”.

Il testo prevede delle misure a tutela dei proprietari di abitazione minacciati da pignoramenti e l’autorizzazione per rivedere, in caso di difficoltà del contribuente, le condizioni a cui sono stati concessi i mutui.

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