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Metamorfosi ai vertici di UBS

Peter Kurer ha fatto piazza pulita nel consiglio d'amministrazione di UBS. Reuters

Il nuovo patron dell'UBS Peter Kurer rivoluziona la struttura organizzativa della banca. Nel contempo quattro membri del consiglio d'amministrazione si dimettono. Le misure però non rassicurano: il titolo scende al minimo storico.

Quando era stato eletto alla presidenza del consiglio d’amministrazione (cda), poco più di due mesi fa, Peter Kurer aveva indicato che una delle sue priorità sarebbe stata di separare nettamente il ruolo del cda da quello della direzione, i cui legami troppo stretti sono spesso stati fonte di aspre critiche.

Martedì la dichiarazione d’intenti è stata seguita dai fatti: la banca ha provveduto a rivedere la Corporate Governance e ha introdotto un nuovo regolamento organizzativo.

La riforma – scrive l’istituto – si distingue per ” la chiara demarcazione dei ruoli e delle responsabilità del consiglio d’amministrazione e della direzione esecutiva”, come pure per il “rafforzamento della funzione di sorveglianza del cda mediante l’attività dei suoi comitati”.

Separazione dei ruoli

“Riportare UBS alla sua posizione di leadership è stata l’assoluta priorità che mi sono posto al momento di insediarmi”, ha sottolineato il presidente Peter Kurer. “Abbiamo compiuto un importante passo avanti introducendo una netta separazione delle mansioni”.

Il consiglio di amministrazione sarà responsabile della definizione della strategia, nonché della supervisione e del monitoraggio delle attività operative. Il CEO e il direttorio del gruppo saranno integralmente responsabili della direzione esecutiva della banca.

Il “Chairman’s Office”, che riuniva il presidente e i due vicepresidenti del cda, è abolito e i suoi compiti saranno ridistribuiti tra un numero maggiore di comitati. Questo organo era spesso stato al centro delle critiche per una supposta mancanza di indipendenza.

L’UBS si è dotata pure di un Senior Independent Director, funzione che sarà assunta da Sergio Marchionne. Il patron della Fiat continuerà pure a rivestire la carica di vicepresidente.

Quattro partenze

Oltre a questo pacchetto di provvedimenti, il consiglio d’amministrazione della banca subirà una profonda ristrutturazione. Quattro dei dodici membri si sono infatti dimessi.

I consiglieri dimissionari sono il vicepresidente Stephan Haeringer, l’ex direttore di Ciba Rolf Meyer, il proprietario di Stadler Rail Peter Spuhler, così come Lawrence Weinbach, partner della Società di partecipazioni Yankee Hill Capital Management. I successori saranno designati nel corso di un’assemblea generale, la terza dell’anno, convocata per il 2 ottobre.

Durante questa assemblea, il cda dovrebbe essere in grado di comunicare agli azionisti una valutazione della nuova strategia della banca e delle sue attività.

Da tempo sui mercati circolano voci di una possibile cessione della sua filiale americana Paine Webber. Un gruppo di azionisti chiede pure che l’istituto si separi dalla divisione Investment Banking, responsabile delle perdite miliardarie subite da UBS a causa delle crisi dei mutui ipotecari a rischio statunitensi.

Titolo in caduta libera

La fondazione Ethos, che raggruppa numerosi investori istituzionali, si è detta globalmente soddisfatta delle decisioni prese. Anche se le misure vanno nella buona direzione, i vertici della banca non hanno però detto nulla sulla strategia e sull’andamento degli affari, ha tuttavia criticato il direttore di Ethos Dominique Biedermann.

I provvedimenti sono stati accolti positivamente anche da molti analisti. Gli investitori non sembrano però rassicurati: martedì, infatti, il titolo è sceso per la prima volta sotto la soglia dei venti franchi, un livello mai raggiunto negli ultimi dieci anni, ossia da quando UBS e SBS hanno unito le forze.

Molte incognite pesano infatti su UBS, ad esempio l’ampiezza delle perdite del secondo trimestre. La banca non ha per ora fornito nessuna informazione (i risultati dovrebbero essere comunicati il 2 agosto), ma gli analisti prevedono nuovi ammortamenti per diversi miliardi.

Evasione fiscale

Inoltre, negli ultimi giorni l’istituto elvetico è finito nel mirino del Dipartimento di giustizia statunitense nell’ambito di un’inchiesta su un colossale caso di evasione fiscale.

Le autorità americane hanno chiesto alla Corte federale di Miami di autorizzare il fisco a chiedere informazioni alla banca sull’esistenza di conti segreti, che comproverebbero evasioni fiscali per miliardi di dollari.

Dipendenti di UBS sono accusati di aver aiutato ricchi americani a evadere le tasse per almeno 20 miliardi di dollari.

Le indagini che lunedì hanno portato alla richiesta ufficiale per l’apertura dei conti svizzeri di UBS erano partite dopo che un ex banchiere dell’istituto svizzero, Bradley Birkenfeld, aveva rivelato davanti alla corte della Florida lo schema della gigantesca evasione.

Qualora la richiesta del Dipartimento di Giustizia venisse accolta dalla Corte, UBS sarebbe tenuta a fornire le identità dei conti, ciò che rappresenterebbe un duro colpo per l’immagine della banca.

swissinfo e agenzie

L’UBS ha chiuso il primo trimestre 2008 con una perdita netta di 11,535 miliardi di franchi in linea con le stime preannunciate il primo aprile 2008, ma con un netto peggioramento rispetto all’utile netto di 3,031 miliardi di franchi conseguito nel primo trimestre 2007.

La perdita miliardaria è da attribuire al calo dei mercati ipotecari statunitensi e dei relativi strumenti che è proseguito intaccando altre posizioni di credito strutturato: tale andamento ha causato perdite per circa 19 miliardi di franchi.

Il primo trimestre è stato inoltre caratterizzato da minore attività sul mercato dei capitali, da una netta flessione delle operazioni di fusione e acquisizione nonché dalla contrazione dei prezzi dei titoli.

In questo contesto l’istituto bancario svizzero ha reso noto di voler ridurre i costi del personale con il taglio di 5500 posti di lavoro, di cui 2600 nell’investment banking entro fine 2008. La maggior parte di questi tagli avverrà attraverso licenziamenti e toccherà soprattutto gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Negli altri settori d’attività saranno eliminati 2900 posti di lavoro entro la metà del 2009, di cui 1500 in Svizzera. In questi settori i tagli avverranno attraverso le fluttuazioni naturali e le riallocazioni interne, ma anche attraverso licenziamenti.

A fine marzo 2008 UBS contava 83 800 posti di lavoro.

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