La filiale elvetica della Lufthansa non chiederà alcun aiuto statale per coprire i danni finanziari provocati dalla chiusura degli spazi aerei per l'eruzione del vulcano in Islanda. Danni milionari a "due cifre".
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Durante la paralisi dello spazio aereo europeo dal 15 al 21 aprile, 202’184 passeggeri della Swiss sono rimasti bloccati a terra, hanno indicato venerdì in una conferenza stampa all’aeroporto di Zurigo-Kloten i dirigenti della compagnia.
Benché il danno finanziario sia pesante, l’aviolinea dispone ancora di liquidità. Ritiene dunque che non vi siano giustificazioni di carattere economico-aziendale per chiedere aiuto allo stato. Vi si può ricorrere solo quando non vi siano più altre opzioni di tipo economico, ha detto il Ceo del vettore Harry Hohmeister.
La compagnia aerea è soddisfatta del fatto che la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) abbia previsto la possibilità di versare “contributi per il maltempo”, ovvero indennizzi di disoccupazione parziale. In questo caso, ha aggiunto Hohmeister, Swiss ritiene di poter godere dello stesso trattamento riservato ad altri settori.
Swiss, come la casa madre Lufthansa, valuterà le possibilità giuridiche, politiche e morali a sua disposizione: “non intendiamo tuttavia presentare richieste esagerate e senza senso”, ha detto il Ceo.
I danni finanziari sono difficili da valutare: attualmente si prevede “un ammontare milionario a due cifre di media grandezza”, ha indicato Hohmeister, precisando che un giorno senza voli corrisponde in genere a una perdita di 5-6 milioni di franchi.
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