Vontobel interrompe i legami commerciali con i clienti russi
Il gruppo svizzero di private banking e investimenti Vontobel ha annunciato di aver interrotto le attività con i clienti in Russia a causa della guerra in Ucraina.
Durante l’assemblea generale degli azionisti del gruppo finanziario, tenutasi martedì, il CEO di Vontobel, Zeno Staub, ha annunciatoCollegamento esterno che, a causa della guerra in Ucraina e delle conseguenti sanzioni internazionali contro la Russia, Vontobel ha deciso lo scorso anno di interrompere le attività con i clienti residenti in Russia.
“Anche se la percentuale di asset in gestione affidataci da questo gruppo di clienti è molto ridotta rispetto al nostro volume totale di asset in gestione, questa decisione commerciale ha portato a un deflusso di asset nella gestione patrimoniale, in quanto ci occupiamo delle relative relazioni con i clienti”, ha dichiarato Staub.
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Il CEO ha dichiarato di essere “cautamente ottimista” per l’esercizio in corso. Il calo dei prezzi a livello mondiale sta avendo un impatto sui patrimoni in gestione e sui ricavi della banca, ha dichiarato.
Dopo un’iniziale esitazione in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, la Svizzera ha seguito l’Unione Europea e ha introdotto una serie di sanzioni contro la Russia.
Il 30 marzo, il governo svizzero ha adottato un decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma ha ribadito la volontà di limitare eventuali conseguenze indesiderate sulle imprese svizzere.
Nonostante le pressioni pubbliche e politiche, secondo un recente studio l’esodo di massa delle imprese occidentali dalla Russia non si è concretizzato.
Un elenco separato , compilato a febbraio dallo studioso di Yale Jeffrey Sonnenfeld, ha rivelato che oltre 1.300 aziende e organizzazioni di tutto il mondo, tra cui 53 entità svizzere, hanno tagliato i legami commerciali con la Russia.
Molte aziende svizzere hanno adottato un approccio sfumato al mercato russo. Nove entità rimangono aperte in Russia con operazioni significativamente ridimensionate. Tra queste figurano le banche UBS, Credit Suisse e Julius Bär, il gigante della logistica Kühne + Nagel e il produttore di materiali da costruzione Sika.
Secondo quanto riferito, la situazione è difficile per le banche, in parte perché lo Stato russo è intervenuto: un tribunale, ad esempio, ha impedito al Credit Suisse di vendere le sue due filiali russe.
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