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Zurigo nell’era delle tecnologie dell’informazione

Un mouse in grado di digitalizzare quasiasi documento e superficie. Ecco uno dei prodotti della Silicon Valley zurighese. dacuda.com

Il cantone e la città di Zurigo sono diventati un polo importante a livello europeo per le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Oltre ai giganti informatici come Google e Microsoft, sempre più piccole aziende start-up svolgono un ruolo chiave.

Zurigo è nota soprattutto come capitale finanziaria. Negli ultimi anni, questo settore ha però fortemente risentito della crisi globale. Un altro settore, invece, è in continua espansione: quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Un ambito spesso sottovalutato e di cui il grande pubblico non sempre è a conoscenza ma che incide notevolmente sul mercato del lavoro e sul PIL cantonale.

Nel 2008, le persone impiegate in questo settore erano 41 000 distribuite in 3700 aziende. Il volume d’affari annuo è stato di 65,4 miliardi di franchi corrispondente al 5,5% del PIL cantonale zurighese. È quanto emerge da un rapporto pubblicato alla fine del 2010 dal governo cantonale.

Molte piccole aziende

Oltre ai giganti informatici come Google, Microsoft Development Center e Disney Research – che si sono installati a Zurigo negli ultimi anni – la città è diventata un importante vivaio di piccole aziende. Uno dei fattori che contribuiscono a rendere Zurigo particolarmente presente nel settore, anche a livello internazionale, è la ricerca di punta del Politecnico federale di Zurigo (PFZ). Dal 1996 ha infatti dato vita a ben 195 giovani aziende che comportano circa 1500 posti di lavoro diretti e indiretti.

«Il PFZ conosce e capisce appieno l’importanza delle start-up nel trasferimento delle conoscenze dalla ricerca alla pratica», ci spiega Alexander Ilic, CEO della start-up zurighese Dacuda che ha sviluppato il primo mouse con scanner integrato vincendo diversi premi.

«Molte delle nuove imprese si concentrano principalmente su prodotti quali i logaritmi altamente specializzati per l’elaborazione di immagini, le applicazioni mobili, il Web 2.0 e la realtà aumentata», afferma Ilic. La cosiddetta realtà aumentata permette di aggiungere informazioni generate da un computer alla realtà normale percepita. Un applicazione tipica sono i GPS installati sugli smartphone. È così, per esempio, possibile visualizzare le recensioni online dei ristoranti della strada in cui ci si trova.

Nuove sinergie

Uno dei maggiori datori di lavoro per personale specializzato nelle TIC rimane però il settore bancario. In base al rapporto del cantone di Zurigo, solamente la banca Crédit Suisse impiega oggi circa 4000 collaboratori TIC.

Tuttavia, le grandi aziende hanno spesso problemi a portare sul mercato prodotti, tecnologie e modelli imprenditoriali innovativi. «È proprio per questo che il ruolo delle piccole start-up è determinante», aggiunge Ilic.

Zurigo offre un ambiente finanziario solido composto di investitori, fondazioni e programmi di promozione nel quale le start-up possono svilupparsi portando un rinnovamento costante e fungendo da esempio per le nuove arrivate.

«Anche l’interdisciplinarità che si sta creando sempre più nei team fondatori di start-up composti da economisti dell’Università di San Gallo e ricercatori del PFZ produce ottime sinergie», spiega Ilic.

Da città finanziaria a Silicon Valley?

Oltre ai prodotti per il settore finanziario, a Zurigo sono sviluppati anche strumenti paragonabili alla leggendaria Silicon Valley. «È vero che c’è un certo fermento, ma per arrivare ai livelli della Silicon Valley ci vogliono investitori importanti disposti a rischiare sul serio», ribadisce tuttavia Ilic.

«Inoltre sentiamo una forte pressione ed è difficile per le start-up crescere maggiormente. È in corso una forte lotta per i ‘migliori cervelli’. Spesso le start-up soffrono della concorrenza esercitata dai più grandi e dal settore finanziario».

Il rapporto del cantone di Zurigo, oltre a illustrare la situazione e il potenziale, pone infatti l’accento sulla formazione di nuove leve. Anche il CEO di Dacuda conferma: «Considerata la forte domanda, ci sono ancora troppo pochi cicli di studio nell’ambito TIC. Inoltre, molti studenti vengono direttamente ‘assorbiti’ da banche e assicurazioni una volta finita la formazione».

Non solamente c’è una carenza di specialisti, ma è anche difficile impiegare personale straniero a causa delle politiche immigratorie restrittive. «Per assicurare una crescita costante, le aziende TIC devono poter contare sui migliori specialisti e poter assumere facilmente personale straniero», sottolinea Ilic.

Apertura al mercato internazionale

Le aziende start-up zurighesi del settore si orientano internazionalmente in quanto in Svizzera non c’è un vero e proprio mercato di sbocco per i prodotti TIC. Oggi, infatti, spesso le start-up di successo sono vendute all’estero e i collaboratori chiave lasciano Zurigo.

«Ma quello che in un primo tempo può sembrare solamente uno svantaggio è in realtà anche uno stimolo che obbliga le nuove aziende a elaborare modelli competitivi per profilarsi sin dall’inizio nei grandi mercati internazionali», aggiunge Ilic.

Quali sono i possibili sviluppi futuri? «C’è ancora un grande potenziale di crescita. Prevedo che l’opinione pubblica sarà sempre più consapevole dell’importanza delle TIC. Mi auguro che tanti giovani si decidano per una carriera imprenditoriale. Paradossalmente, avendo una solida base finanziaria, lavorare in una start-up è più sicuro rispetto ad un posto di lavoro tradizionale».

Considerata una delle più innovative start-up di successo, Dacuda ha sviluppato e patentato il primo mouse con scanner integrato.

Dacuda è stata fondata da economisti dell’Università di San Gallo e ingegneri del Politecnico federale di Zurigo nel 2008. Oggi impiega 14 collaboratori ed è riuscita a trovare importanti partner per finanziare il suo prodotto.

Uno di questi, la coreana LG Electronics, prevede infatti di lanciare sul mercato il mouse con scanner integrato sviluppato da Dacuda nell’estate 2011. Lo strumento sarà disponibile per entrambi i maggiori sistemi operativi.

Tra il 1998 e il 2007, di tutte le spin-off generate al Politecnico federale di Zurigo (PFZ), il 27% fa parte del settore TIC.

Solamente negli ultimi tre anni (2008-2010), sono state fondate 22 spin-off provenienti dal PFZ nel settore TIC. Il settore TIC è diventato così il più importante con la più alta percentuale di nuove imprese fondate, ovvero 22 su 67.

Per sostenere e promuovere tutte le spin-off nate nel PFZ, è stata istituita la piattaforma «ETH Ttransfer» che fornisce consulenza (legale, proprietà individuale, patenti e licenze, consigli pratici, networking, marketing, promozione, ecc.) alle nuove aziende.

Nella classifica stilata secondo l’indice Networked Readiness Index (NRI), che misura il grado di preparazione di una nazione a partecipare e a beneficiare degli sviluppi delle TIC, per il periodo 2009-2010, la Svizzera ha per la prima volta superato gli Stati Uniti posizionandosi al 4° posto dietro Svezia, Singapore e Danimarca.

I paesi limitrofi occupano posizioni molto meno favorevoli; Germania (14°), Francia (18°), Austria (20°) e Italia (48°).

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