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Berna corre in aiuto dei produttori di cereali

Dopo le bizze meteorologiche di questa primavera, gli agricoltori si leccano le ferite e chiedono aiuto alle autorità. Berna ha deciso di sostenere i produttori di cereali, aumentando il dazio sulle importazioni di mais. D'altra parte la Confederazione ha però risposto picche alle richieste degli orticoltori.

L’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) ha detto sì a tre delle quattro richieste formulate dalla Federazione svizzera dei produttori di cereali, ha affermato mercoledì Jürg Jordi dell’UFAG. In caso di precipitazioni abbondanti, ha precisato Jordi, i cantoni potranno aumentare il limite relativo all’uso di concimi azotati. Inoltre, potranno anche rinviare di un anno il rimborso dei crediti d’investimento concessi agli agricoltori.

L’UFAG, ha aggiunto Jordi, si è impegnato inoltre ad innalzare di tre franchi il dazio per ogni 100 chili di mais importato: questa misura entrerà in vigore a luglio.

Considerato il maltempo e l’assenza di alternative, aveva argomentato l’organizzazione di categoria, molti agricoltori hanno seminato mais. La maggiore offerta sul mercato che ne deriverà rischia di ripercuotersi negativamente sul prezzo di questo cereale.

Per contro Berna ha detto di no alla richiesta di un aiuto finanziario di 400 franchi per ogni ettaro destinato a colture diverse dal mais, soprattutto soia e lupino. Poiché la semina ha già avuto luogo, ha detto Jordi, «un contributo siffatto è del tutto inutile per quest’anno». Una decisione quest’ultima che non è andata giù ai produttori di cereali, secondo i quali la Confederazione finirà con l’aumentare la dipendenza dai grandi esportatori d’oltre Atlantico».

Se i produttori di cereali possono se non altro consolarsi visto che hanno ottenuto soddisfazione praticamente su tutto, gli orticoltori rimangono a bocca asciutta: l’UFAG, ha detto Jordi, non interverrà in loro aiuto. Non solo non vi è il rischio di una flessione dei prezzi come per i produttori di mais, «ma i cantoni sono sovrani in materia e non possiamo fare niente al riguardo».

swissinfo e agenzie

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