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Elementi frenanti in vista per la congiuntura svizzera

Nonostante il rallentamento congiunturale i consumi dovrebbero restare elevati nei prossimi due anni in Svizzera. Keystone

L'economia svizzera dovrebbe crescere più lentamente nei prossimi due anni ma non registrare collassi, secondo le attese degli esperti della Confederazione.

Nelle previsioni congiunturali pubblicate giovedì, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ritocca nuovamente verso l’alto i suoi pronostici precedenti per l’anno corrente.

Nel prossimo biennio la crescita dell’economia svizzera dovrebbe scendere sotto la soglia del 2%: la Seco pronostica un aumento del prodotto interno lordo (Pil) dell’1,9% per il 2008 e dell’1,7% per il 2009.

Con una progressione del 2,8%, il 2007 dovrebbe invece confermarsi come un anno di forte crescita, secondo i calcoli del gruppo di esperti della Confederazione.

Per l’anno corrente la Seco ha rivisto al rialzo dello 0,2% le previsioni di crescita formulate in ottobre poiché “nel corso del terzo trimestre l’economia mondiale ha progredito di nuovo in modo significativo”. Contrariamente allo sviluppo nell’Unione europea, gli indici precursori in Svizzera fino a novembre sono stati robusti.

Svolta nel 4. trimestre

Finora non vi sono ombre nel quadro dell’economia elvetica, nonostante l’impennata dei prezzi del petrolio e altre materie prime, come pure della crisi dei “subprime” negli Stati Uniti, che in Svizzera ha avuto pesanti ripercussioni per l’UBS, la più grande banca del paese.

“Tuttavia gli indicatori congiunturali degli ultimi mesi per i paesi industriali fanno prevedere, per il quarto trimestre 2007, un sensibile rallentamento” del ritmo di espansione, si spiega nella nota diramata giovedì. Anche la Svizzera non dovrebbe più sfuggire all’affievolimento in prospettiva a livello internazionale.

Gli esperti della Confederazione calcolano infatti che il probabile rallentamento economico mondiale dovrebbe “lasciar dietro di sé elementi congiunturali frenanti per l’economia svizzera”. Nel 2008 ci si dovrà perciò attendere un rallentamento, anche se la congiuntura mondiale dovrebbe “superare senza gravi danni lo shock negativo della crisi internazionale del credito”.

Ritmo ancora sostenuto

Il rallentamento sarebbe comunque relativo. Pur scendendo sotto la soglia del 2%, il ritmo di crescita dell’1,9% e dell’1,7% pronosticato per i prossimi due anni resterà sempre nettamente superiore allo striminzito 0,5% di progressione media del Pil elvetico registrato fra il 2001 e il 2003.

La brusca frenata dell’economia americana – la Seco esclude in ogni caso il rischio di una recessione -, abbinata alla perdita di slancio di quella di Eurolandia, avrà in primo luogo ripercussioni sull’industria svizzera di esportazione. La crescita delle forniture elvetiche all’estero, che quest’anno dovrebbe aggirarsi sull’8,3% secondo le previsioni, nel 2008 dovrebbe più che dimezzare e scendere al 4%.

Sorte analoga dovrebbero subire le importazioni, che dovrebbero passare dal +7,6% nel 2007 al +3,8% l’anno prossimo. I mercati emergenti dovrebbero prendere il testimone da quelli industrializzati, stando ai pronostici della Seco.

È pure atteso un indebolimento per gli investimenti in beni strutturali. Nel 2008 il tasso di crescista dovrebbe attestarsi al 5%, mentre quest’anno dovrebbe situarsi all’8,5% (contro il 10% previsto in precedenza).

Consumi privati saranno la forza trainante

In primo luogo, con una quota di più del 60% del Pil, saranno i consumi privati a trainare la crescita. La domanda, dopo un aumento del 2,1% quest’anno, dovrebbe progredire dell’1,9% nel 2008 (tasso rivisto al rialzo di 0,2 punti percentuali) e dell’1,7% nel 2009.

Sul fronte occupazionale, quest’anno le aziende e le amministrazioni in Svizzera avrebbero creato l’equivalente di 73mila nuovi posti a tempo pieno, pari a un incremento del 2,5%. La creazione di nuovi posti dovrebbe proseguire, ma in misura gradualmente sempre più contenuta nel corso del prossimo biennio.

Per l’anno prossimo, gli economisti della Confederazione pronosticano che la tendenza al calo della disoccupazione. Calcolano un tasso medio annuo di senza lavoro del 2,5% sia per il 2008 sia per il 2009, dopo il 2,8% di quest’anno.

Niente spirale inflazionistica

Gli effetti negativi della crisi del credito sulla congiuntura mondiale ed elvetica sono difficili da valutare. Si potrebbe giungere a condizioni di credito più restrittive da parte delle banche – segnali a questo proposito ce ne sono finora soprattutto negli USA – nonché ad aspettative pessimistiche di imprese e consumatori con potenziale adeguamento dei piani d’investimento,
dei progetti d’impiego e di consumo.

Non è da escludere un’ulteriore estensione della crisi ai mercati azionari. D’altra parte però alcune banche centrali, soprattutto quella americana, hanno già reagito con un allentamento della politica monetaria, ciò che dovrebbe contribuire alla riduzione delle tensioni sui mercati finanziari.

Nonostante che negli ultimi mesi ci sia stato un forte rincaro condizionato dai prezzi delle materie prime, il rischio inflazionistico rimane piuttosto limitato. L’atteso indebolimento congiunturale a livello mondiale calmerà anche i timori inflazionistici e dovrebbe persino frenare tendenzialmente l’aumento del prezzo delle materie prime, indica la Seco. In Svizzera il rincaro nel 2008 (+1,6%) dovrebbe essere sensibilmente più elevato che nel 2007 (+0,7%), ma nel 2009 dovrebbe ridiscendere all’1%.

swissinfo e agenzie

Segreteria di Stato dell’economia: 2,8; 1,9; 1,7.
Banca nazionale svizzera: 2,5; 2,0.
UBS: 2,7; 1,6; 1,8.
Credit Suisse: 2,5; 1,9.
Banca cantonale di Zurigo: 2,8; 2,2; 2,3.
Istituto di ricerca congiunturale del
Politecnico di Zurigo (KOF): 2,9; 2,1; 1,9.
BAK Basel Economics: 2,7; 2,3.
Créa: 2,9; 1,9; 2,4.
Fondo monetario internazionale (FMI): 2,4; 1,6.
Organizzazione per la cooperazione e
lo sviluppo economico (OCSE): 2,75; 2,0; 2,0.

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