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I sindacati vincono una battaglia, non la guerra

4 novembre 2002: uno dei tanti lavoratori che hanno aderito allo sciopero più importante degli ultimi 50 anni. Keystone

Le forze sindacali hanno recentemente ottenuto due importanti vittorie nei settori della costruzione e della posta.

Questi successi non arrestano tuttavia l’erosione degli stessi sindacati e la loro difficoltà ad imporsi nell’industria dei servizi.

I titoli sulla stampa elvetica sono squillanti. “La posta si piega davanti ai sindacati”, afferma ad esempio “Le Tribune de Genève” dopo l’abbandono da parte di Ulrich Gygi, gran patron del gigante giallo, del progetto Rema sulla ristrutturazione dei centri di smistamento della corrispondenza.

Una vittoria preceduta, una decina di giorni or sono, da quello che “Le Temps” ha definito “un accordo storico” tra il Sindacato edilizia e industria (SEI) e la Società svizzera degli imprenditori sul pensionamento anticipato degli operai del settore della costruzione.

“Due vittorie che mostrano come le forze sindacali stiano effettivamente acquistando peso”, afferma Ewald Ackermann, portavoce dell’Unione sindacale svizzera (USS). “Una tendenza che osserviamo già da qualche anno”.

Dei casi isolati

Questa opinione non è condivisa dall’ex sindacalista Beat Kappeler: “In Svizzera, i sindacati sono forti soltanto in alcuni settori, come la costruzione o i servizi pubblici”.

Beat Kappeler, attualmente collaboratore del domenicale NZZ am Sonntag, ritiene le recenti vittorie sindacali soltanto dei casi isolati. “Si possono spiegare con le maldestre scelte degli imprenditori nel settore della costruzione e con il peso delle responsabilità politiche nel caso della Posta”.

“Tutt’altro”, contesta Jean-Claude Rennwald, membro del comitato direttore della FLMO (Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi). “Il sindacalismo sta riacquistando vigore”.

Aumentano i licenziamenti

La discussione è aperta. Lo scorso fine settimana è stato caratterizzato anche dal voto popolare sulla revisione dell’assicurazione disoccupazione. I cittadini l’hanno accettata nonostante proprio dai sindacati fosse combattuta.

Nel Giura bernese la Tornos, fabbrica di torni automatici, annuncia ulteriori licenziamenti di massa. In novembre la Swiss ha dichiarato di voler sopprimere 3000 posti di lavoro.

E tutto ciò senza contare i licenziamenti meno “visibili”, quelli che colpiranno il settore bancario o il settore delle nuove tecnologie.

Per Beat Kappeler il punto dolente è proprio questo: “I sindacati sono poco presenti nei settori dove si creano i nuovi posti di lavoro e in quelli dove i salari sono elevati.

Un giudizio accettato in parte anche da Ewald Ackermann: “Facciamo fatica ad introdurci nel settore dei servizi: in quello bancario, ad esempio, continuiamo a perdere membri”.

Il portavoce dell’USS riconosce che il numero delle persone iscritte diminuisce ogni anno in modo generalizzato. Mentre, aggiunge lo stesso Ackermann, “le persone che esercitano un’attività lucrativa, invece, sono in aumento”.

Economia in trasformazione

Beat Kappeler sottolinea come le trasformazioni in atto nel mondo economico complichino il compito sindacale. “Gli imprenditori, in Svizzera così come altrove, riorganizzano in modo rapido le loro catene di valore aggiunto. Tutte le produzioni semplici sono così trasferite al di fuori dell’Europa”.

“Non c’è letteralmente più materia su cui negoziare”, continua l’ex sindacalista Kappeler, “perché in un’economia postindustriale è la stessa materia a volatilizzarsi”.

Jean-Claude Rennwald fa notare che proprio per raggiungere meglio il settore terziario, il SEI e la FLMO hanno lanciato in settembre un progetto di sindacato interprofessionale.

Ewald Ackermann cita inoltre la recente creazione di un sindacato attivo nel campo delle nuove tecnologie dell’informazione. “//syndikat” è stato effettivamente lanciato a Zurigo in gennaio, con la collaborazione del SEI, della FLMO e del Sindacato della comunicazione.

Frédéric Burnand, swissinfo, Ginevra
(traduzione Marzio Pescia, swissinfo)

4 novembre 2002: il giorno del più grande sciopero in Svizzera dal 1947;
Più di 10’000 lavoratori incrociarono le braccia;
Il 14 dicembre 2002 dovrebbe nascere Travail.Suisse, un’ampia federazione sindacale;
Travail.Suisse avrà circa 150’000 affiliati;
L’Unione sindacale svizzera conta circa 350’000 membri.

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