«Intravvediamo l’uscita dal tunnel»
Per chi investe in borsa il peggio dovrebbe essere passato, afferma Marc Bürki, patron di swissquote. La più importante banca svizzera online non sta comunque risentendo oltre misura gli effetti della crisi. Anzi, i clienti continuano ad affluire numerosi.
Il 2008 non è certo stato quello delle grandi banche. Negli ultimi mesi molti grandi istituti finanziari – UBS in testa – hanno dovuto far fronte a un fuggi fuggi di clienti. I capitali ritirati, però, la maggior parte delle volte non sono finiti sotto il materasso.
Molti ex clienti delle grandi banche svizzere hanno optato per gli istituti cantonali o hanno preferito diventare gerenti del loro patrimonio, come testimoniano i risultati di swissquote. Alla fine del 2008, questa piattaforma per effettuare transazioni in borsa annoverava quasi 120’000 clienti, 29’000 in più rispetto a un anno prima. Un successo dovuto a «una scelta generazionale», sostiene Marc Bürki.
swissinfo: Da qualche settimana la borsa dà segni di ripresa. Il peggio è passato?
Marc Bürki: Sì, certamente. Dal primo aprile vi è stata una ripresa netta e in termini di valorizzazione dubito che ritroveremo i livelli registrati in febbraio. La borsa anticipa evidentemente quanto avverrà più tardi nell’economia reale. Stiamo quindi intravvedendo l’uscita dal tunnel.
swissinfo: L’impressione è che negli scorsi mesi gli svizzeri non abbiano ceduto al panico, girando le spalle alla borsa. Conferma?
M.B.: Effettivamente non vi sono stati movimenti di panico, con persone che hanno venduto tutto. È un aspetto degno di nota, che traduce un certo professionalismo del mercato elvetico.
Evidentemente però l’attività è stata meno intensa, poiché a un dato momento era difficile prendere decisioni d’investimento. La maggior parte della gente ha aspettato, per vedere come evolveva la situazione.
swissinfo: Si dice spesso che agli svizzeri piace investire in borsa. È uno stereotipo oppure è un dato avverato?
M.B.: È la realtà. Se si misura il numero di azionisti in rapporto alla popolazione, negli ultimi anni in Svizzera la proporzione è di circa il 20%, il doppio di quella registrata in Francia o in Germania. La Svizzera è un paese che ama investire.
swissinfo: La crisi in fin dei conti si è rivelata positiva per la vostra società, che nel 2008 ha registrato l’arrivo di quasi 29’000 nuovi clienti. La gente non ha più fiducia nelle banche tradizionali?
M.B.: È vero che la fiducia è forse un po’ scemata. Si tratta però soprattutto di una tendenza di fondo, dovuta alla scelta di una generazione.
Molte persone attive non vogliono delegare la gestione della loro fortuna a terzi. Una volta ho incontrato un cliente che mi ha detto: «Nella mia vita ci sono tre cose importanti, la famiglia, la salute e il denaro. Non sono pronto a delegare nessuna di queste tre cose a qualcuno che non conosco bene».
La crisi è forse servita da acceleratore, ma questa tendenza di fondo era già ben radicata.
swissinfo: Come potrebbe descrivere i clienti che fanno capo alla sua società?
M.B.: Troviamo di tutto. Si va dall’appassionato che conosce tutti i meccanismi a chi investe in borsa occasionalmente. Quest’ultima categoria di clienti è la più difficile da gestire; si rendono velocemente conto che investire in borsa è un mestiere, che non è così semplice.
swissinfo: Qual è il profilo-tipo?
M.B.: Sono soprattutto persone tra 35 e 45 anni. Otto clienti su 10 sono uomini. In Svizzera, quindi, la gestione del denaro sembra essere ancora un affare d’uomini. Abbiamo pure potuto constatare che vi è un aumento nella categoria d’età attorno ai 65 anni. Sono persone in pensione, che investono in borsa un po’ per hobby.
Da qualche tempo abbiamo inoltre osservato che il buco che avevamo nella fascia tra 45 e 65 anni si sta lentamente colmando.
Il deposito medio è di 50’000 franchi e le transazioni attorno ai 10’000 franchi.
swissinfo: E quali sono i loro rendimenti?
M.B.: Se consideriamo tutti i nostri clienti, le prestazioni sono migliori di quelle del mercato. I risultati sono leggermente superiori a quelli dello Swiss Market Index o dello Swiss Performance Index. Naturalmente però vi sono grandi differenze da un cliente all’altro. Alcuni guadagnano molto, altri perdono tanto.
swissinfo: Da quando è scoppiata la crisi, avete constatato un cambiamento nel comportamento degli investitori? Vi è una maggiore ricerca di sicurezza?
M.B.: Abbiamo osservato che alcuni prodotti sono diventati più attraenti. Ad esempio, nella seconda parte del 2008 abbiamo avuto un forte aumento sul trading delle obbligazioni. La sfiducia era talmente grande, che anche le obbligazioni di ottime società erano vendute a un prezzo discount.
Per quanto concerne i prodotti strutturati, vi è stato un calo dopo il fallimento della Lehmann Brothers, ma adesso il mercato si sta ristabilendo.
swissinfo: Il forte aumento di clienti non si è tradotto in una crescita altrettanto grande della cifra d’affari e dell’utile. Come mai?
M.B.: Bisogna fare una distinzione tra due componenti, una a lungo e l’altra a corto termine. Quella a lungo termine è costituita dal numero di clienti. Se aumentano, crescono anche fatturato e utili.
A corto termine, però, ciò che conta è il numero di transazioni che ogni cliente effettua. Nel primo trimestre di quest’anno, ad esempio, abbiamo registrato una media su base annua di circa 15 operazioni, mentre normalmente si situa tra 15 e 30. Ciò si è tradotto in un calo del fatturato rispetto ai primi tre mesi del 2008.
swissinfo: Quali sono i vostri obiettivi per il 2009?
M.B.: Ci siamo prefissi 25’000 nuovi clienti e siamo sulla buona strada. Pensiamo inoltre di raccogliere circa un miliardo di franchi.
Molti clienti non hanno voglia di dover esaminare ogni giorno come si comporta il loro patrimonio e vorrebbero avere a disposizione dei dispositivi per sapere quando devono controllare e prendere una decisione. In futuro il nostro obiettivo principale è proprio questo: sviluppare degli strumenti sempre più efficienti per aiutare i nostri clienti a prendere delle decisioni d’investimento.
Daniele Mariani, swissinfo.ch
A fine marzo, la principale banca online aveva complessivamente 125’486 clienti, di cui 3’335 proprietari unicamente di un conto di risparmio. In un anno la crescita è stata del 28,4%.
Il capitale in gestione ammontava a 4,6 miliardi di franchi, il 13,3% in meno rispetto al mese di marzo del 2008.
Alla fine del 2008, la banca impiegava 236 persone nelle sedi di Gland (Vaud) e Zurigo.
Lo scorso anno il giro d’affari è stato di 111,7 milioni (+0,7% rispetto al 2007) e l’utile netto di 32,8 milioni (-5%).
I guadagni della società derivano principalmente dalle commissioni che percepisce su ogni transazione di compravendita effettuata dai clienti.
Lo Swiss Market Index (SMI), il principale indice della borsa svizzera, è sceso sotto i 4’500 punti ad inizio marzo.
A metà del 2007, l’SMI aveva sfiorato la soglia dei 10’000 punti.
Per ritrovare livelli simili a quelli registrati ad inizio marzo bisogna risalire al 2003, quando l’indice era sceso sotto i 4’000 punti.
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