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Mister prezzi: meno concorrenza, prezzi più alti

La mancanza di concorrenza nell'importazione favorisce i prezzi alti. Lo ha affermato il sorvegliante dei prezzi, che nel 1999 ha analizzato anche altri settori, quali le tariffe dei medici, i tassi ipotecari e i prezzi di Cablecom.

Nel corso della sua conferenza annuale, tenuta giovedì a Berna, il sorvegliante dei prezzi, Werner Marti, ha sottolineato che in Svizzera i prezzi delle merci rimangono particolarmente alti anche in seguito a una recente sentenza del Tribunale federale riguardante un contenzioso tra Kodak Svizzera e i grandi magazzini Jumbo, che ostacola l’importazione parallela di prodotti brevettati. Infatti il detentore del brevetto può pretenderne il monopolio. È quanto succede ad esempio, con alcuni medicamenti importati nettamente meno cari all’estero.

In campo sanitario, Marti ha affermato che la revisione delle tariffe dei medici e degli ospedali avrebbe generato costi supplementari per un miliardo di franchi. Le parti hanno dovuto rielaborare le tariffe in base al principio della neutralità dei costi. Malgrado i progressi fatti, tale obbiettivo non è stato raggiunto. Non si sa ancora se i medici e le casse malattia riusciranno a concludere un contratto né quando le nuove tariffe entreranno in vigore.

Mister Prezzi ha inoltre criticato le banche, per la politica perseguita in materia di tassi ipotecari. A suo parere, numerose banche hanno rinviato arbitrariamente all’inizio dell’anno scorso una riduzione dei tassi necessaria e l’hanno poi applicata solo sotto il pungolo del Sorvegliante dei prezzi. Invece lo scorso autunno diverse banche non hanno nemmeno aspettato una conferma dell’aumento dei tassi di interesse per annunciare il rincaro dei tassi ipotecari.

Mister Prezzi ha inoltre ricordato un’altra battaglia condotta nel 1999 : quella contro l’aumento della tariffa mensile di Cablecom a 24 franchi. Grazie al suo intervento, la tariffa sarà compresa tra 17 e 22 franchi. Infine, una raccomandazione del Sorvegliante dei prezzi ha limitato l’aumento del canone radio-televisivo al 5,3 percento invece del 9,8 percento richiesto.

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