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Morire di freddo a Losanna

Per i senza tetto, il freddo può essere un pericolo mortale Keystone

Una donna è morta di freddo nella notte tra sabato e domenica a Losanna. Il corpo è stato trovato in un gabinetto pubblico da un netturbino.

La notizia diffusa lunedì da “24heures” e dal “Blick” è stata confermata dalla polizia. Aveva 60 anni, era senza domicilio e da qualche tempo si era fatta notare da abitanti e commercianti mentre vagava per le vie del centro. Una donna le aveva offerto da mangiare, i poliziotti la sera l’avevano più volte invitata a raggiungere i due dormitori pubblici in funzione a Losanna.

La sventurata però si fermava a dormire nelle toilette nei pressi di St-Francois e sabato sera ha scelto quelle del Closelet, appena sotto la stazione. Mal coperta, con solo qualche indumento leggero sotto il cappotto, non ha retto ai meno12 gradi ed è stata rinvenuta senza vita nel pavimento sudicio del servizio pubblico, a due passi da negozi chic e alberghi di lusso.

Chissà quanti decessi ha provocato quest’ondata di freddo che viene da Nord-Est. A Mosca, nelle repubbliche ex-sovietiche, in Europa centrale probabilmente i morti si contano a decine ma non fanno notizia. Questo fatto, invece, merita le prime pagine dei giornali e l’apertura dell’informazione radiofonica e televisiva perché ci ricorda come si muoia di freddo e di abbandono anche in Svizzera.

A Losanna esistono due strutture che accolgono persone senza domicilio: la Marmotte e lo Sleep-in, alle quali se ne è aggiunta un’altra in questi giorni. Circolava una petizione che chiedeva la disponibilità di altri posti letto e i servizi sociali cittadini hanno deciso proprio sabato pomeriggio di aprire un rifugio della protezione civile, gestito da volontari.

Sabato sera c’era comunque un esubero di posti letto, il che spiega che la regola della domanda e dell’offerta in questo campo funziona fino a un certo punto. Il municipale losannese e direttore della pubblica sicurezza Bernard Metraux ci spiega: “Solo alcune di queste persone si rivolgono alle nostre strutture. Esistono persone di passaggio, i sans-papiers, coloro che si trovano improvvisamente allo sbando dopo aver perso il lavoro o un’entrata fissa. Sono molte le realtà, tutte diverse tra loro ed è difficile per la città di Losanna risolverle una ad una”.

In effetti la soluzione non è ristretta alla logistica, alla messa a disposizione di strutture, che nel caso della città di Losanna sono 150 appartamenti e 2 dormitori fissi. Il problema di fondo è la marginalizzazione, l’uscita dalla rete sociale di persone senza risorse economiche, con una salute precaria, una capacità di discernere diminuita o forse senza documenti.

Perché anche in quella situazione, nell’estremo stato di bisogno, alcune di queste persone non si rivolgono nemmeno ai servizi pubblici: secondo la loro visione delle cose fanno una scelta di libertà che a volte li conduce ad addormentarsi per sempre in un gabinetto.

Flavio Fornari

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