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OMC: rinviato l’accordo di Doha

Numerosi agricoltori si oppongono all'accordo dell'OMC sulla liberalizzazione Keystone

Nonostante l'Organizzazione mondiale del commercio non abbia rispettato un'ulteriore scadenza per un accordo globale, il negoziatore elvetico resta fiducioso.

Secondo Luzius Wasescha, il ciclo dei negoziati di Doha e l’accordo su prodotti industriali e agricoli potrebbe essere completato, secondo programma, entro la fine dell’anno.

«Dobbiamo essere realisti: al momento non sono soddisfatte le condizioni che permetterebbero ai ministri di incontrarsi e negoziare. Perciò dobbiamo continuare con il nostro lavoro», ha affermato a swissinfo Luzius Wasescha dopo l’annuncio, da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), di annullare il meeting di inizio maggio.

Lunedì, intervenendo dopo un incontro tra i capi delegazione, il direttore generale dell’OMC aveva indicato che la mancata intesa sui tagli di sussidi e dazi nel settore agricolo e dei beni industriali, nodo centrale del round di Doha, rappresentava una «brutta notizia», aggiungendo però che il ciclo di negoziati non è sepolto.

«Abbiamo mancato una scadenza, ma non siamo ad un punto morto», ha affermato Pascal Lamy.

Lamy non si è tuttavia espresso in merito alla data del prossimo incontro tra i ministri dei 149 membri dell’OMC.

Obiettivi di Doha

I negoziati di Doha dell’OMC per la liberalizzazione del commercio sono stati lanciati nel 2001, nella capitale del Qatar. L’obiettivo era la soppressione di sussidi, dazi e altri ostacoli al commercio internazionale e l’utilizzo del mercato globale quale strumento per sostenere i Paesi poveri.

Negli ultimi tempi, il ciclo di negoziati si è però arenato. Da una parte i Paesi in via di sviluppo chiedono agli Stati ricchi di impegnarsi maggiormente nell’apertura dei loro mercati agricoli. Dall’altra, Stati Uniti e Unione europea (Ue) vogliono che i Paesi emergenti più importanti, come Brasile e India, liberalizzino i loro settori industriali e dei servizi. A ciò si aggiunge la controversia tra USA e Ue, i quali si accusano vicendevolmente di non fare sufficienti concessioni.

Dal canto suo, la Svizzera è messa sotto pressione dai membri dell’organizzazione internazionale, i quali vorrebbero una riduzione dei sussidi e dei dazi doganali sui prodotti agricoli.

Secondo Wasescha, il round di Doha non è comunque definitivamente interrotto. Ribadendo la posizione della Svizzera, ha indicato tre ambiti in cui bisogna progredire se si vuole concludere un accordo globale: «L’accesso al mercato dei prodotti industriali, agricoli e il sostegno interno all’agricoltura».

Accordo entro fine anno

Ammettendo che il round di Doha si trova a una svolta cruciale – il che spiega come mai sia così difficile arrivare a un’intesa – Pascal Lamy ha chiesto alle delegazioni di non perdere un solo minuto: «È la tappa più difficile da superare. Occorre una spinta supplementare».

«Gli Stati Uniti devono fare concessioni sui sostegni interni ai loro agricoltori, l’Ue sull’accesso ai mercati agricoli e i Paesi in via di sviluppo sulla riduzione dei dazi sui prodotti industriali», ha rammentato il direttore generale.

Parlando del Brasile – uno dei Paesi che trarrà il maggior beneficio dall’accordo – il negoziatore elvetico all’OMC ha dal canto suo sottolineato che dovrebbe mostrarsi più conciliante nei confronti di USA e Ue e tentare di capire la loro posizione. Immaginare invece che l’Ue faccia di più per quanto riguarda l’accesso al mercato agricolo – ha aggiunto – non è realistico.

Nonostante le difficoltà, Luzius Wasescha è fiducioso e continua a credere che il ciclo di negoziati possa essere concluso entro la fine dell’anno. «Sono nato ottimista e morirò ottimista», conclude.

swissinfo, Morven McLean
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

I 149 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) stanno negoziando una maggiore liberalizzazione degli scambi commerciali nel quadro del «round di Doha», lanciato nel 2001.

In questo contesto, la Svizzera assume una posizione difensiva sul dossier agricolo e spinge per una liberalizzazione dei servizi o per una diminuzione dei dazi doganali per i prodotti industriali.

L’OMC vorrebbe che la Svizzera diminuisca il sostegno offerto all’agricoltura e riduca le barriere doganali all’importazione di prodotti agricoli.

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