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Prodotti «bio»: il dilemma fra prezzo e qualità

I prodotti freschi sono fra gli articoli bio più richiesti swissinfo.ch

Il mercato dei prodotti bio è in continua espansione. L’attuale guerra dei prezzi fra le grandi catene di distribuzione alimentari rischia però di porvi un freno.

Gli agricoltori biologici puntano sulla qualità superiore per convincere i consumatori a scegliere i loro prodotti.

Sempre più spesso, sugli scaffali dei negozi di alimentari, spuntano prodotti sui quali è apposto un adesivo che raffigura una gemma, il marchio registrato per l’agricoltura biologica controllata utilizzato dai coltivatori appartenenti all’associazione BIO SUISSE.

Si tratta di cibi prodotti in modo ecologico, senza l’utilizzo di sostanze chimiche che danneggiano l’ambiente e secondo norme severe che assicurano il rispetto della natura e degli animali.

Il loro valore aggiunto, sia dal punto di vista qualitativo che da quello sociale, provoca però anche maggiori costi di produzione. Una differenza che si ripercuote sul prezzo e che non tutti sono disposti o possono permettersi di pagare.

Interessi ambientali ed economici

Attualmente, in Svizzera oltre 6’420 aziende agricole sono gestite secondo le direttive di BIO SUISSE, l’associazione mantello che da oltre vent’anni rappresenta gli interessi dei bioagricoltori elvetici.

Particolarmente diffusa soprattutto nelle regioni di montagna, la coltivazione secondo criteri biologici permette di utilizzare il terreno senza compromettere la fertilità del suolo.

L’interesse degli agricoltori elvetici per l’agricoltura biologica è piuttosto evidente anche dal profilo prettamente economico.

Non potendo permettersi, visti gli spazi esigui a disposizione, di effettuare coltivazioni su larga scala paragonabili a quelle di altri Paesi, chi vuole rimanere competitivo sul mercato internazionale deve puntare sempre più sulla qualità piuttosto che sulla quantità.

Guerra dei prezzi

La liberalizzazione dei mercati e la soppressione delle misure statali a sostegno degli agricoltori esercitano una pressione al ribasso sui prezzi dei prodotti.

Così come del resto la guerra dei prezzi che da alcuni anni vede schierate le più grandi catene di distribuzione di alimenti in Svizzera.

Le loro martellanti campagne pubblicitarie a livello nazionale, attirano sempre più l’attenzione del consumatore sul prezzo del prodotto, facendolo apparire il più importante, se non l’unico, fattore di scelta fra una marca e l’altra. A discapito, talvolta, della qualità.

Per i generi alimentari biologici, che in media costano il 30% in più di quelli «convenzionali», diventa quindi difficile rimanere competitivi sul mercato.

Puntare sulla qualità

Cordelia Galli, responsabile della comunicazione di BIO SUISSE, relativizza l’argomento prezzi.

«Le economie domestiche elvetiche utilizzano «solo» l’8% del loro budget per l’acquisto di bevande e alimenti. Non è quindi acquistando generi alimentari convenienti che le famiglie possono realizzare effettivi risparmi», sottolinea.

Il vero punto di forza dei prodotti biologici è la loro qualità superiore rispetto agli altri beni: «Le norme severe che gli agricoltori associati a BIO SUISSE devono rispettare garantiscono la tutela dell’ambiente e della biodiversità, oltre che il valore nutritivo del prodotto».

Il sostegno all’agricoltura biologica si giustifica anche dal punto di vista sociale: «contribuisce ad esempio alla decentralizzazione della produzione e ad evitare lo spopolamento delle zone periferiche», spiega Cordelia Galli.

Ritorno di immagine

Un messaggio che i consumatori sembrano avere afferrato, visto il continuo incremento del consumo di prodotti biologici (+3% nel 2004), malgrado questi richiedano uno sforzo finanziario superiore alle famiglie.

Anche le grandi catene di distribuzione di alimenti sono coscienti della sempre maggiore sensibilità sociale e ambientale del consumatore e del ritorno di immagine che la vendita di prodotti bio può offrire loro. Basti pensare che i tre quarti dei beni bio in Svizzera sono venduti dai due grandi supermercati COOP (51%) e Migros (25%).

Accanto ai beni «a prezzi stracciati», questi giganti della distribuzione alimentare offrono quindi anche quelli più cari prodotti nel rispetto della natura.

Ad ognuno il diritto di scegliere ciò che preferisce…

swissinfo, Anna Passera, Berna

6’420 aziende gestite secondo le direttive BIO SUISSE (11,2% del totale)
112’000 ettari di terreno coltivati biologicamente (10,5% del totale)
1,19 miliardi i franchi: mercato dei prodotti bio in Svizzera nel 2004
160 franchi: spesa media pro capite annuale per prodotti bio
2,5%: parte di prodotti bio nel fatturato totale di generi alimentari

L’Associazione svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica (BIO SUISSE) è stata creata nel 1981.

Oltre all’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica, questa società mantello comprende più di 30 organizzazioni agricole associate.

I suoi prodotti si riconoscono dal marchio registrato per l’agricoltura biologica controllata: la Gemma.

BIO SUISSE rilascia le licenze per l’impiego della Gemma, ad aziende di trasformazione e commerciali scelte.

Istanze di controllo indipendenti ne controllano il rispetto delle prescrizioni mediante regolari ispezioni.

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