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Saia-Burgess contrattacca

La ditta con sede a Morat (Canton Friborgo) si oppone fermamente all'offerta pubblica di acquisto da parte di Sumida Keystone

Il fabbricante svizzero di componenti elettroniche Saia-Burgess ha replicato pubblicamente all'offerta d'acquisto ostile da parte giapponese.

In un’inserzione apparsa nel quotidiano «L’Agefi», la ditta denuncia l’«attacco» sferrato dall’impresa nipponica Sumida Corporation.

Il gruppo svizzero Saia-Burgess ha reagito con un’inserzione pubblicata venerdì nel quotidiano economico romando «L’Agefi» all’offerta pubblica d’acquisto (Opa) lanciata dal gruppo giapponese Sumida.

Definendo tale manovra un «attacco», il fabbricante friburghese di componenti elettronici sottolinea la propria «elveticità» per dissuadere gli azionisti dal vendere le proprie azioni.

«Un numero sempre più grande di ditte elvetiche in buona salute sono preda di speculatori stranieri, alla ricerca di facili guadagni e non di investimenti a lungo termine», viene ribadito nel testo.

«Offerta inaccettabile»

Nel suo annuncio, Saia-Burgess qualifica come «inaccettabile» il prezzo proposto di 950 franchi per titolo (valutando in tal modo la società a 583 milioni).

L’Opa avrebbe dovuto prendere il via dal 5 agosto e protrarsi fino al 1. settembre, ma l’operazione sarà probabilmente ritardata di una decina di giorni in seguito a un ricorso inoltrato da Sumida dopo una raccomandazione da parte della Commissione delle offerte pubbliche d’acquisto.

Saia-Burgess, inoltre, giudica le intenzioni del gruppo giapponese «oscure, poco credibili e contrarie a qualsiasi logica industriale». Secondo l’impresa friburghese, non vi è nessuna possibilità di sinergie in caso di integrazione del gruppo svizzero in quello del Sol Levante, che fabbrica bobine elettroniche.

«Le differenze di cultura sono evidenti», aggiunge Saia-Burgess, prima di denunciare l’atteggiamento del presidente del consiglio di amministrazione di Sumida – Shigeyuki Yawata – «che rilascia agli organi di informazione dichiarazioni tranquillizzanti mentre nel frattempo sferra un attacco». I giapponesi, conclude il comunicato, hanno anche declinato l’invito ad un incontro proposto da Saia-Burgess.

Sumida tenta di rassicurare

Mercoledì, nel corso di una conferenza stampa telefonica, il presidente della direzione e del consiglio di amministrazione di Sumida, Shigeyuki Yawata, aveva infatti voluto gettare acqua sul fuoco, sottolineando che, qualora l’Opa venisse accettata, la ditta nipponica intende mantenere indipendente il fabbricante di componenti elettronici elvetico.

Sumida non prevede di delocalizzare la produzione che Saia-Burgess effettua a Morat (canton Friborgo), dove lavorano 600 dei 3700 collaboratori del gruppo. Ci saranno invece sinergie in Asia, e in particolare in Cina.

swissinfo e agenzie

Saia-Burgess è stata fondata nel 1920 a Berna.
L’anno scorso ha registrato un utile netto di 26,3 milioni di franchi.
La cifra d’affari è invece stata di 568,4 milioni di franchi.
Saia-Burghess impiega 3.630 persone, di cui circa 600 a Morat.
La ditta elvetica è entrata in borsa nel 1998.

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