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San Gottardo sotto controllo?

Invece dei previsti 3500, attualmente soltanto 2600 camion passano giornalmente sotto il San Gottardo Keystone Archive

Secondo Berna, le misure di dosaggio del traffico pesante hanno raggiunto l'obiettivo. Seguiranno provvedimenti per incrementare il numero di passaggi.

Messo sotto pressione dalle critiche del canton Ticino e dalle minacce di blocchi stradali da parte delle organizzazioni di autotrasportatori, il Dipartimento federale dei trasporti ha replicato difendendo il sistema di gestione del traffico introdotto dalla riapertura della galleria, lo scorso 21 dicembre. “Lo scopo era di accrescere la sicurezza nel tunnel e le misure adottate hanno dato esito positivo”, ha detto il segretario generale del Dipartimento, Hans Werder.

Secondo Berna, il sistema che prevede la circolazione di camion a senso unico alternato e ad una distanza di 150 tutto sommato funziona, nonostante i problemi registrati in questi primi giorni dell’anno sul versante ticinese, con code chilometriche di autocarri in attesa per diverse ore che per mancanza di infrastrutture di servizio hanno provocato grossi disagi a centinaia di camionisti.

“Il sistema di dosaggio provoca giocoforza dei tempi di attesa: le aree di sosta non sono però un caos, ma sono aree concepite appunto per attendere”, ha replicato Werder ai rimproveri piovuti negli scorsi giorni nei confronti della Confederazione, accusata di non aver saputo prevedere la situazione. I tempi di attesa sarebbero invece rimasti al di sotto dei limiti previsti. Solo lo scorso mercoledì sera alcuni camion hanno dovuto sostare in un’area di servizio.

Problemi nella fase introduttiva

Anche Willy Burgunder, vicedirettore dell’Ufficio federale delle strade (USTRA), ha respinto le accuse, ammettendo però che vi sono alcuni problemi dovuti alla fase introduttiva del sistema di dosaggio. Giornalmente, soltanto 2600 veicoli circa riescono attualmente a transitare al posto dei 3500 passaggi pronosticati. Berna intende correre ai ripari al più presto, anche in vista di un incremento del traffico nelle prossime settimane. Per evitare tempi d’attesa superiori al limite di 6 ore saranno adottate misure di ottimizzazione. Ad esempio, il traffico dovrebbe alternato 6 volte al giorno e non più 9, riducendo così i tempi morti.

Burgunder non ha fatto mistero che nuove soluzioni dovranno ancora essere trovate. Un peggioramento delle condizioni climatiche provocherebbe gravi inconvenienti. Nonostante il “niet” già espresso dal Ticino, l’Ufficio delle strade intende riesaminare la possibilità di creare nuove aree di sosta più a valle su territorio ticinese per il flusso di traffico da sud a nord. Al centro delle discussioni vi è la tratta dell’A2 all’altezza di Bellinzona, dove l’autostrada dispone di tre corsie. “Siamo fiduciosi: è anche nell’interesse del Ticino che il sistema di dosaggio funzioni”, ha detto Werder. A medio termine Berna intende però allestire aree di sosta all’esterno dell’autostrada.

Deviazioni verso il Sempione e Il Gran San Bernardo

A questi provvedimenti se ne dovrebbero affiancare altri, in corso di elaborazione con la Direzione generale delle dogane, destinati a sgravare il San Gottardo e il San Bernardino dal traffico che circola verso sud. Entro metà febbraio dovrebbe così essere possibile deviare gli autotrasportatori verso il Sempione e il Gran San Bernardo, valichi attualmente poco sfruttati e in grado di assorbire almeno 500 camion al giorno. Attraverso un sistema di informazione si cercherà di avvisare per tempo anche i camionisti diretti a nord per istradarli sul passo del Sempione in caso di forte traffico sull’A2 e sull’A13.

Quale misura estrema, Burgunder ha menzionato il dosaggio già all’entrata su territorio svizzero: “Non esiste nessun obbligo per la Svizzera di far entrare in una delle nostre valli un numero di autocarri superiore a quello che la rete stradale riesce a smaltire”. La dichiarazione congiunta del 30 novembre scorso tra la Svizzera e i paesi confinanti, concernente le misure di sicurezza, offre una base sufficiente per questo tipo di intervento, ha osservato il vicedirettore dell’USTRA ricordando che la ferrovia dispone ancora di grandi capacità di trasporto inutilizzate.

Luca Hoderas

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