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Utili in calo per la Posta lo scorso anno a causa del caos dei pacchi

Dal prossimo 1.luglio spedire pacchi e lettere all'estero con la Posta costerà più caro Keystone

La Posta svizzera fatica a stare sul mercato. Colpa di un servizio pubblico che, con tariffe inadeguate, non le permette di essere concorrenziale. Intanto, chiude il suo secondo anno d'autonomia con un risultato meno buono del 1998.

Ancora priva di un direttore generale (Ulrich Gygi, nominato in febbraio, assumerà la nuova funzione dal 1. Luglio), la Posta ha presentato per il 1999 un utile in calo: 167 milioni di franchi, contro i 239 milioni conseguiti l’anno precedente. Eppure, i servizi di posta A, di “promopost” (invii senza indirizzo) e di “postfinance” hanno registrato considerevoli aumenti. Male, invece, sono andati la posta B, il settore pacchi, gli espressi e il recapito di giornali e periodici.

Il settore pacchi, in particolare, non s’è ancora ripreso dalle difficoltà ncontrate recentemente, per superare le quali la Posta ha dovuto procedere a 1.000 assunzioni straordinarie. Il personale -quasi 44.000 dipendenti- rimane comunque la voce più pesante del bilancio della Posta, dove rappresenta il 70 per cento dei costi d’esercizio.

Il non poter ridurre il personale è una condizione particolarmente onerosa, se abbinata alla crescente liberalizzazione, da un lato, e al mancato adeguamento delle tariffe, dall’altro. Nel gennaio scorso, infatti, la Posta aveva chiesto un aumento differenziato dei prezzi della posta-lettere e in un adeguamento delle tariffe della posta pacchi a partire dal 1. luglio 2000. Il 20 aprile scorso la Confederazione ha invece negato tale adeguamento, rinviandolo all’anno prossimo e dopo che saranno stati valutati gli effetti dell’assoggettamento all’Iva di alcune prestazioni postali.

Il presidente del consiglio d’amministrazione, Gerhard Fischer, ha perciò chiesto che il mandato del Consiglio federale alla Posta risolva con chiarezza la contraddittoria esigenza di promuovere il servizio pubblico postale su tutto il territorio nazionale e, nel contempo, di essere concorrenziale ed economicamente indipendente. “Per ridurre i costi -ha detto Fischer- bisogna diminuire gli oneri della rete degli uffici postali”. Un problema per niente facile da risolvere, se si considera che pochi giorni fa è stata depositata una petizione con 125.000 firme di persone che si oppongono alla chiusura prevista di uffici postali.

Per il futuro, la Posta guarda a nuovi mercati e nuove alleanze. E intende investire 70 milioni di franchi nell’e-business, per il quale ha creato una propria ditta, la “Yellowworld”. Ogni previsione, ogni calcolo di futuri investimento, viene comunque subordinato agli adeguamenti tariffali ritenuti necessari. Anche perché né per l’e-business, né per l’automazione e messa in rete degli sportelli (altri 90 milioni d’investimento) si possono prevedere profitti nell’immediato. E se a ciò si aggiunge il riassetto dei nuovi centri pacchi, che produrrà risultati visibili soltanto nel secondo semestre, la previsione per l’anno in corso è di un complessivo arretramento dei risultati rispetto allo scorso esercizio.

Silvano De Pietro

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