Fmi: Lagarde, bene Esm, ma Europa deve muoversi
(Keystone-ATS) “Non ci sono aspettative di una ripresa molto, molto solida dell’economia mondiale, ma di una ripresa molto più lenta rispetto allo scenario di aprile”: il rallentamento che si registra nelle economie sviluppate si è esteso ai mercati emergenti, “in particolare in Asia”.
Menzionando da un lato la principale novità sullo scenario tracciato ad aprile, la direttorice generale dell’Fmi, Christine Lagarde, ha indicato, per altro verso, una serie di fattori alla base dell’affanno dei mercati emergenti, principalmente per l’ incertezza in aumento sulla crisi del debito sovrano europeo e per la politica fiscale degli Stati Uniti.
“Ci aspettiamo un’azione coraggiosa e cooperativa dei nostri paesi membri”, con l’Europa “certamente un centro della crisi che necessita più azioni”. In conferenza stampa, nell’ambito dei lavori annuali di Fmi e Banca mondiale, il numero uno dell’istituzione di Washington ha spiegato che gli “squilibri globali non stanno andando via” e richiedono azione.
L’obiettivo, in vista della riunione del G7 odierno dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del Gruppo dei Sette grandi, è sollecitare un’azione rapida per risolvere i problemi che “pesano” sull’economia globale.
La creazione del fondo di salvataggio permanente (Esm) in Eurolandia è stato positivo, ma numerosi rischi rimangono. “La cattiva notizia è che ci sarà un processo legislativo e parlamentare” di approvazione dell’Esm, con un allungamento dei tempi”.
Tuttavia, il Fondo non crede che il rapido via libera alle riforme fiscali sia il modo migliore per affrontare i problemi finanziari in Europa. “Invece di un approccio pesante, a volte è meglio prendere più tempo. Questo è quello che sosteniamo per Spagna, Portogallo e Grecia”, ha aggiunto la Lagarde. Anzi, è “necessario” che ad Atene sia concesso un ulteriore periodo di due anni, fino al 2016, per poter centrare il deficit nell’ambito dei target definiti con la ‘troika’ (Fmi-Ue-Bce).
Un altro richiamo alla cooperazione è andato a Giappone e Cina che devono risolvere le divergenze territoriali, legate alla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu, per il bene dell’economia mondiale. “I due Paesi in questa regione sono fondamentali per la sostenibilità dell’economia globale”: l’importanza del Far East non va sottovalutata, basti pensare all’interscambio, pari nel 2011 a 345 miliardi di dollari.
“Al Fondo monetario internazionale, un forum di dialogo, ci auguriamo che le differenze possano essere risolte in armonia”, ha concluso la Lagarde.