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In calo nel 2025 animali d’allevamento predati dai lupi

Keystone-SDA

Le predazioni di animali da reddito in Svizzera da parte dei lupi sono in diminuzione quest'anno. Il Ticino è il solo cantone in controtendenza, stabili i Grigioni. Lo riportano oggi in un comunicato, Pro Natura, WWF Svizzera, Gruppo Lupo Svizzera e BirdLife Svizzera.

(Keystone-ATS) A fine ottobre di quest’anno, dunque al termine del periodo d’alpeggio, i capi uccisi erano 832, 37 in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa. È invece lievemente aumentato il numero di branchi, dai 38 censiti nel 2024 dalla Fondazione Kora, ai 42 del 2025.

In Ticino, gli incidenti sono passati da 115 a 195, comprendendo però anche casi in cui “l’intervento del lupo può essere escluso”, ciò che rende questa cifra non comparabile a quella degli altri cantoni. Gli altri fattori che hanno influito sono l’aumento dei predatori sul territorio e un’alta percentuale (il 50%) di animali da reddito non protetti, in “posti invece considerati come tutelabili”, si legge nel comunicato. Tuttavia il numero di attacchi risulta in netto calo se viene confrontato a quello del 2022 (260). In terra retica si è invece passati da 195 a 189 uccisioni.

Le quattro associazioni ambientali associano questi numeri all’efficacia delle misure di protezione dei greggi. “Le cifre – scrivono – mostrano che rinforzando la protezione dei greggi e regolando la popolazione di lupi conformemente alla legge, la coesistenza sostenibile tra predatori e pastorizia è possibile”. Viene pure formulato un invito appello a rivalutare il ruolo effettivo della regolazione preventiva dei capi, nel contesto della stabilizzazione del numero di assalti.

A livello cantonale rimangono sui livelli del 2024 anche Glarona (+1) e Vallese (-8), mentre si è registrata una diminuzione dei casi nei cantoni di Vaud (-29, ma con un aumento degli attacchi ai bovini e una diminuzione di quelli a pecore) e San Gallo (-73).

Cautela degli allevatori

Secondo il presidente della Federazione svizzera d’allevamento ovino (FSAO), Lukas Berger, interrogato al proposito da Keystone-ATS, a causa dei diversi metodi di rilevamento “questi numeri vanno trattati con molta cautela”. Quest’estate si sarebbero infatti verificate numerose perdite di animali per le quali si presuppone il coinvolgimento del lupo, ma senza poterlo provare e che quindi non sono state inserite nella statistica.

Numerosi allevatori coinvolti sarebbero infatti allo stremo psicologicamente, a causa dell’alto numero di bestiame perso, e fisicamente, per via delle impegnative misure di protezione da attuare. Secondo la FSAO, il lupo non dovrebbe avere posto in Svizzera, ma, siccome vi si è insediato lo stesso, si dichiara d’accordo con la tesi delle associazioni ambientaliste secondo cui è necessaria una combinazione di protezione dei greggi e di abbattimenti di canidi.

Attualmente è in corso la terza fase di regolazione dei lupi, nella quale è possibile sopprimere esemplari che non hanno ancora predato bestiame. Berger si chiede comunque se “ciò sia sufficiente” o se siano necessarie misure ancora più drastiche. Per esempio la sezione grigionese dell’UDC chiede di allungare il periodo di caccia al lupo e di coinvolgere maggiormente i cacciatori.

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