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Italia: caso Yara, giudici in camera di consiglio

Yara Gambirasio, l'adolescente scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra (BG) e poi ritrovata uccisa in un campo. KEYSTONE/AP PRESL/SPADA sda-ats

(Keystone-ATS) I giudici della corte d’assise d’Appello di Brescia sono riuniti da oltre 10 ore in camera di consiglio per emettere il verdetto su Massimo Bossetti, il muratore già condannato in primo grado all’ergastolo il 1° luglio 2016 per l’omicidio di Yara Gambirasio.

La ragazza 13enne di Brembate di Sopra (BG) era scomparsa il 26 novembre 2010 ed è stata ritrovata morta nel febbraio 2011. Secondo le ultime indicazioni, la sentenza non dovrebbe essere comunicata prima delle 22.

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“Sono innocente, questo è il più grave errore giudiziario di questo secolo”, “il vero, i veri assassini sono liberi, stanno ridendo di me e della giustizia”, ha dichiarato Bossetti stamane davanti ai giudici.

Dopo queste dichiarazioni spontanee il presidente della corte Enrico Fischetti ha lasciato intendere che ci sarebbero volute diverse ore per arrivare alla sentenza: “Non abbiamo limiti”, sono le parole pronunciate dal presidente della corte prima di uscire dall’aula.

Sarà lui a leggere il verdetto: conferma della sentenza di ‘fine pena mai’, riforma parziale del primo grado – l’accusa chiede l’ergastolo con isolamento diurno per sei mesi -, assoluzione oppure perizia sul Dna, la traccia mista trovata su slip e leggings della 13enne attribuita a Ignoto 1, poi identificato in Bossetti.

L’imputato è accusato di omicidio pluriaggravato e di calunnia nei confronti di un collega su cui avrebbe cercato di indirizzare le indagini. Nessuna certezza su quanto ancora bisognerà attendere per il verdetto.

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