
Italia: ok Cdm a accordo con Svizzera su tasse per frontalieri

(Keystone-ATS) Il Consiglio dei ministri italiano ha dato il via libera alla ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri.
Ha pure dato il via libera al Protocollo che modifica la Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio.
Lo indica l’Agenzia di stampa italiana Ansa. Berna e Roma avevano firmato il nuovo Accordo fiscale sui frontalieri il 22 dicembre 2020 a Roma dopo anni di negoziati, polemiche e rinvii.
Il Consiglio federale dal canto suo aveva dato il suo via libera lo scorso 11 agosto, presentando il messaggio per le Camere. Con l’intesa – alla cui negoziazione hanno partecipato anche le autorità ticinesi, grigionesi e vallesane nonché le organizzazioni sindacali e l’Associazione Comuni italiani di frontiera – la Svizzera trattiene l’80% dell’imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio. I nuovi lavoratori frontalieri saranno tassati in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata.
Riesame dell’intesa
Sono considerati nuovi lavoratori frontalieri le persone che fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo l’entrata in vigore del nuovo Accordo.
Stando al messaggio del Consiglio federale, l’intesa sarà sottoposta a riesame ogni cinque anni. Inoltre, una clausola dispone che siano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in materia di telelavoro.
Alle persone che lavorano o hanno lavorato nei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo – detti frontalieri attuali – si applica un regime transitorio. Questa categoria di lavoratori continuerà infatti ad essere tassata esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai Comuni italiani di confine fino all’anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell’imposta alla fonte prelevata nella Confederazione.
Definite le aree di frontiera
Sempre secondo l’accordo, in futuro il “lavoratore frontaliere” includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale nuova definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall’entrata in vigore dell’accordo.
L’intesa contiene una disposizione finalizzata a impedire i potenziali casi di abuso in relazione allo status di “attuale frontaliere”.
Commissione Stati favorevole
In Svizzera dell’intesa si è già occupata anche la la Commissione dell’economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati, che il 19 novembre scorso ha raccomandato al plenum di ratificare l’accordo fiscale.
Nel corso della discussione, la CET della Camera dei Cantoni ha anche raccomandato al plenum di adottare la mozione del consigliere nazionale Marco Romano (Centro/TI), già accolta dal Nazionale, che chiede di chiarire i dubbi inerenti all’interpretazione e all’applicazione di alcuni articoli della convenzione per evitare la doppia imposizione con l’Italia.
Ancora cantieri aperti
Le discussioni circa le relazioni tra i due Stati in ambito fiscale-finanziario non sono ancora concluse, come indicato dal Consiglio federale nell’ottobre scorso in un rapporto redatto in risposta a un postulato dello stesso Romano, il quale chiedeva lumi sull’attuazione della Road Map tra i due Paesi del 2015.
Sebbene negli ultimi anni le relazioni con l’Italia in ambito finanziario e fiscale abbiano segnato progressi significativi, rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere come la lista nera del 2009 e l’accesso delle banche elvetiche al mercato italiano per la gestione patrimoniale, tema ancora fonte di divisioni tra i due Paesi.