MO: arrivata a Gaza prima nave di aiuti del corridoio via mare
(Keystone-ATS) La prima spedizione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso un corridoio marittimo aperto da Cipro è arrivata sulla costa dell’enclave palestinese, dove sono iniziate le operazioni di scarico di 200 tonnellate di cibo.
Lo ha detto all’Afp il portavoce dell’ong responsabile dell’operazione, World Central Kitchen. L’organizzazione sta “scaricando la chiatta che ora è collegata al molo temporaneo” costruito a sud-ovest di Gaza City, ha detto Linda Roth.
Gli Stati Uniti non hanno ancora visto un piano “chiaro e attuabile” per proteggere i civili nel caso di un’offensiva israeliana a Rafah. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken parlando con la stampa in Austria.
Intanto il ministro della difesa israeliano Yaov Gallant, nella riunione del Gabinetto politico dove si discutevano le alternative alla fine del conflitto nell’enclave palestinese, ha dichiarato che “Il meno peggio” per Israele nel dopoguerra a Gaza sarebbe un governo di funzionari locali collegato all’Autorità nazionale palestinese (Anp).
Un governo locale dell’Anp è da sempre la posizione degli Usa. Gallant – citato dai media – ha parlato di quattro possibilità tutte negative, inclusa quella da lui indicata come “la meno peggio”. Le altre 3 riguardano: un governo tenuto da Hamas, la più negativa; un comando israeliano che costerebbe la vita dei soldati e sottrarrebbe forze alla Cisgiordania e al confine con il Libano e il “caos” che porterebbe al coinvolgimento israeliano nella Striscia. Gallant è stato attaccato – secondo la stessa fonte – dai ministri Miri Regev e Yariv Levin.
Nel frattempo, vi sono nuovi dettagli sulle nuove proposte inoltrate da Hamas per uno scambio di prigionieri sono riferite da Ynet che cita al Jazeera. Hamas – spiega Ynet – propone un accordo in tre fasi, ciascuna delle quali della durata di 42 giorni. Per ogni soldatessa che fosse liberata viva, Hamas esige il rilascio di 50 prigionieri palestinesi, di cui 30 condannati all’ergastolo.
Inoltre Hamas richiede un ritiro delle forze israeliane da due importanti arterie che attraversano la Striscia di Gaza nella sua lunghezza: la al-Rashid (la strada costiera) e la Sallah a-Din, che corre all’interno. Questo ritiro dovrebbe agevolare il transito di aiuti umanitari per la popolazione.
All’inizio della seconda fase, inoltre, dovrebbe entrare in vigore un cessate il fuoco permanente, che sarebbe seguito dalla liberazione degli ostaggi israeliani giudicati da Hamas in età militare.