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Non più trasmessi dati all’insaputa degli impiegati di banca

(Keystone-ATS) Gli impiegati di banca svizzeri non dovranno più temere che il loro nome sia trasmesso, a loro insaputa, alla giustizia americana. Sebbene le banche pianifichino nuove forniture di dati, si sono impegnate a informare preventivamente gli interessati per non agire a loro insaputa. Gli istituti di credito hanno così risposto a un invito del Preposto federale alla sorveglianza dei dati.

La notizia è stata data oggi dai servizi di Mister dati Hanspeter Thür. Quest’ultimo aveva intimato il mese scorso di porre fine alla trasmissione di dati a Washington, minacciando le banche, in caso contrario, di chiedere provvedimenti cautelativi al Tribunale amministrativo federale. Dopo le garanzie delle banche, Hanspeter Thür non intende ora più ricorrere a quest’istanza.

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Secondo Thür, le banche prevedono comunque nuove forniture di dati. Gli istituti si sono tuttavia impegnati a informare il personale su queste azioni. Ogni collaboratore potrà chiedere se è interessato e consultare i documenti in questione. In questo modo potrà far opposizione ed eventualmente rivolgersi a un tribunale.

Spetterà alle banche convincere i dipendenti che non è nel loro interesse farlo. Gli istituti di credito hanno spiegato a Mister dati che un nome che è stato cancellato risveglierebbe presso le autorità americane ancora più sospetti.

Thür prosegue comunque l’analisi dei fatti per verificare se le informazioni siano state trasmesse legalmente, nel rispetto dei principi della protezione dei dati, in particolare dl profilo della trasparenza e della proporzionalità. La banche continuano ad assumere l’intera responsabilità per ogni comunicazione alle autorità americane, aveva ricordato martedì scorso Thür agli istituti interessati.

Spiegazioni dal governo

Dal canto suo, il Consiglio federale dovrà ben presto spiegare al parlamento i motivi della trasmissione a Washington di dati concernenti impiegati di banca svizzeri. La Commissione della gestione del Consiglio nazionale ha infatti chiesto al governo di presentare un rapporto in merito, entro la metà di ottobre.

Il testo dovrà illustrare i fatti e i motivi che hanno indotto l’esecutivo a comunicare informazioni agli Stati Uniti il 18 gennaio e il 4 aprile scorsi. Il rapporto dovrà precisare le basi legali su cui poggiano le decisioni e informare sugli interessi degni di protezione degli impiegati di banca.

Alla luce del rapporto, la commissione deciderà se prendere provvedimenti, hanno indicato oggi i Servizi del parlamento. L’organo di vigilanza del Nazionale ha preso in mano questa vicenda su richiesta di uno dei suoi membri, che auspica l’apertura di un’inchiesta sulla trasmissione di questi dati.

Nell’ambito dell’assistenza amministrativa a Washington, il 18 gennaio scorso il Consiglio federale aveva autorizzato le banche, a titolo provvisorio, a trasmettere dati resi anonimi, concernenti impiegati di banca. Il 4 aprile, l’esecutivo aveva permesso a certe banche di trasmettere informazioni non anonime, ma sotto riserva – ha più volte ribadito il governo – della protezione dei dati e del diritto del lavoro.

Punto centrale dei negoziati

Informazioni concernenti migliaia di dipendenti bancari sarebbero state trasmesse da cinque banche. Questi impiegati potrebbero trovarsi in difficoltà in territorio americano. Nell’intento di proteggerli, l’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) è intervenuta presso la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, affinché gli interessi di quest’ultimi siano tutelati nel quadro di una soluzione globale con gli Stati Uniti.

La presidente della Confederazione ha garantito che si tratta di un punto centrale dei negoziati con Washington. Undici banche sono nel mirino della giustizia americana. Avrebbero incoraggiato i loro clienti a frodare il fisco statunitense.

Sono pure in corso discussioni con i partner sociali. Gli impiegati di banca auspicano che l’Associazione svizzera dei banchieri assuma le proprie responsabilità. Le contestano d’aver mal informato le persone interessate dalla trasmissione di dati agli USA. Potrebbero essere pretesi risarcimenti finanziari.

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