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Oratori stranieri: nessun obbligo di autorizzazione

(Keystone-ATS) Gli oratori stranieri non devono essere sottoposti ad autorizzazione obbligatoria quando partecipano a manifestazioni politiche in Svizzera. Il Consiglio federale ha respinto una mozione del PPD che vuole tornare alle regole in vigore durante la Guerra fredda.

La misura presa nel 1948 è giudicata obsoleta e anticostituzionale, ed è stata abrogata nel 1998. Si tratta di una restrizione sproporzionata della libertà d’espressione, si legge nella risposta del governo al consigliere nazionale Daniel Fässler (PPD/AI).

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Il deputato nel suo testo fa riferimento a una manifestazione svoltasi a Colonia (Germania) nel luglio 2016, durante la quale era stato vietato dalla Corte costituzionale tedesca l’intervento su video del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

La Confederazione può già vietare, valutando caso per caso, l’intervento di un oratore straniero, ha sottolineato il governo. Può inoltre impedire l’entrata in Svizzera a determinate persone, se queste costituiscono una minaccia per la sicurezza.

Nel 2015, ad esempio, l’Ufficio federale di polizia ha pronunciato dieci divieti di entrata contro predicatori che diffondevano messaggi d’odio, ricorda il Consiglio federale. Anche le autorità locali hanno diversi strumenti e possono impedire manifestazioni per ragioni di sicurezza pubblica.

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