Più di 250 topi dell’EPFL adottati dal 2022
Oltre 250 topi da laboratorio del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno trovato una nuova casa presso privati: l'istituto è soddisfatto del progetto di adozione realizzato e portato avanti dal 2022 in collaborazione con la Protezione Svizzera degli Animali.
(Keystone-ATS) “I ricercatori sono contenti di poter dare questi animali in adozione, invece di doverli sopprimere”, ha dichiarato a Keystone-ATS Alexandre Widmer, responsabile del progetto di rehoming (reinserimento) dell’EPFL. Anche se si tratta di un numero ridotto, il fatto di essere riusciti a collocare tutti i ratti idonei è un risultato positivo, ha detto.
Nel 2024 sono stati utilizzati all’EPFL 644 ratti da laboratorio. Di questi, 45 hanno potuto essere adottati, mentre 599 sono stati impiegati negli esperimenti. Questi ultimi vengono tutti soppressi. “Occorre capire che l’uccisione dell’animale per il prelievo di tessuti è una parte integrante dell’esperimento”, spiega Widmer.
I ratti che hanno preso parte a esperimenti scientifici – precisa il responsabile del progetto – non possono essere semplicemente dati in adozione. Le autorità cantonali prescrivono infatti che solo i ratti non geneticamente modificati e che non siano stati sottoposti a esperimenti possano essere collocati in una casa.
I ratti adottati sono per la maggior parte femmine che hanno partorito piccoli destinati alla sperimentazione. I ratti utilizzati dall’EPFL provengono dai propri allevamenti o da allevamenti professionali all’estero, soprattutto in Francia, Germania e Italia.
Quando i roditori vengono ordinati dall’estero, l’istituto riceve generalmente femmine gravide di età compresa tra i 5 e i 10 mesi, che possono essere date in adozione qualche tempo dopo il parto, a condizione che l’allevamento di provenienza abbia dato il proprio consenso.
“Prima non avremmo avuto altra scelta che la soppressione, ma ora li teniamo con noi per un po’ di tempo, finché non ne abbiamo abbastanza da donare alla Protezione Svizzera degli Animali (PSA)”, continua Widmer. Nell’ultima donazione, il 18 dicembre, sono stati consegnati alla PSA 12 ratti.
Fase di adattamento
Dopo aver ricevuto i roditori in casse di trasporto, la PSA li trasferisce direttamente a una delle sue sezioni: “In genere si tratta del Club degli amici dei ratti”, precisa a Keystone-ATS la Protezione Svizzera degli Animali. “Spetta poi a questa sezione abituare gli animali alla vita fuori dal laboratorio e collocarli presso privati”, aggiunge.
I ratti rimangono nel rifugio per una trentina di giorni prima di poter essere adottati: “Devono adattarsi a vivere in gabbie più grandi e a una dieta meno standardizzata, che include in particolare verdure e semi”, sottolinea Widmer. I costi di riadattamento vengono divisi in parti uguali tra l’EPFL e la PSA.
In generale, i riscontri da parte dei rifugi sono positivi, poiché questi ratti sono spesso più docili rispetto ad altri, ha aggiunto Widmer. Né l’EPFL né la PSA dispongono di dati sui profili di chi li adotta.
Ratti, conigli e persino cavallo
Il progetto di rehoming è iniziato alla fine del 2018 grazie al dialogo tra la PSA e l’Università di Zurigo. In origine riguardava esclusivamente ratti, indica la PSA sul proprio sito web. Nel 2022 si è unita l’EPFL e nel 2023 le università di Basilea e Berna.
Fino ad agosto 2025 sono stati così accolti e affidati con successo oltre 1000 animali, tra cui più di 750 ratti, 260 topi, 22 conigli, 26 cani e un cavallo, si legge. Se tutto procederà bene, nel 2026 dovrebbe partecipare al progetto di rehoming anche l’Università di Ginevra, secondo la PSA.
Va notato che mentre sempre più università partecipano al progetto, il numero di ratti utilizzati negli esperimenti tende a diminuire: all’EPFL, in ogni caso, il numero è sceso da 1306 nel 2022 a 734 nel 2023 e 644 nel 2024.