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È Gregor Rutz, come previsto, il nuovo segretario generale dell’UDC

Il nuovo segretario generale UDC, Gregor Rutz (al centro) insieme al capogruppo parlamentare, Frey (a sinistrra) e al presidente della sezione zurichese, Blocher Keystone

Il 28enne Gregor Rutz è stato eletto nuovo segretario dell'Unione democratica di centro, al posto del dimissionario Jean- Blaise Defago. Lo zurighese è stato eletto all'unanimità dai 79 membri del Comitato centrale, riuniti a Berna in seduta straordinaria.

Raggiante per l’elezione, Rutz ha affermato di voler essere il segretario di tutta l’UDC: la sua designazione, ha aggiunto, era stata all’inizio criticata visto, che non avrebbe fatto altro che rafforzare ancora di più l’ala zurighese del partito, che può già contare sul presidente Ueli Maurer e sul capo della frazione UDC alle Camere federali, Walter Frey.

Rutz ha assicurato di voler lavorare affinché l’ala zurighese non si rafforzi troppo. L’UDC, ha specificato, dovrà essere presente in tutta la Svizzera, affinché possa contare su più personalità di spicco in grado di controbilanciare il peso di Zurigo.

Nato il 12 ottobre 1972, domiciliato a Zollikon (ZH), Rutz è licenziato in diritto all’università di Zurigo e ha lavorato come assistente all’università di Friburgo, dove sta concludendo la sua tesi di dottorato. Dopo aver militato nei ranghi del Partito liberale-radicale, ha aderito all’UDC nel 1998.

Lo zurighese è considerato un liberale puro e duro da chi lo sostiene e poco meno di un estremista di destra da chi lo avversa: nel 1994 era stato membro del comitato contro l’articolo penale antirazzismo.

La scelta di Rutz quale nuovo segretario aveva suscitato le proteste delle sezioni vodese e grigionese dell’UDC. Erano state loro a chiedere una riunione straordinaria del Comitato centrale, criticando il modo giudicato poco democratico con cui il Comitato direttivo aveva nominato Rutz, senza consultare i membri del «parlamento» UDC. Al termine della seduta di venerdì, Ueli Maurer ha dichiarato che il comitato centrale non aveva nulla di personale contro il candidato, «ma che voleva soltanto suscitare una discussione democratica».

Secondo i desideri della direzione del partito, il nuovo segretario dovrà essere innanzitutto un «manager», un organizzatore, non un politico. Una prospettiva che non piaceva a Jean-Blaise Defago, per sua stessa ammissione. Defago ha sostenuto tuttavia di non essere stato buttato fuori e di non essere in guerra con il partito: «Il nuovo segretario – profetizza – sarà molto più a suo agio di me: è al cento per cento sulla linea del partito».

Defago aveva assunto l’incarico il primo gennaio 2000. Il suo predecessore, Martin Baltisser, era durato più a lungo: tre anni e due mesi, dall’ottobre 1996 alla fine del 1999. Prima ancora, MirtaWelti era rimasta segretaria per due anni e mezzo, fra il 1994 e il 1996.

Questi mandati relativamente brevi contrastano con i lunghi «regni» dei predecessori Peter Schmid (1971-1979) e Max Friedli (1979-1994). «La giostra gira più in fretta», commenta Defago. L’incarico di segretario generale è sempre più pesante, mentre la sua influenza diminuisce, dice a mo’ di spiegazione. Un fenomeno che si osserva anche in altri partiti. Defago annuncerà prossimamente il suo nuovo orientamento professionale, probabilmente «nel privato».

swissinfo e agenzie

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