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Binner, lo svizzero che aspira alla presidenza argentina

Hermes Binner, governatore della provincia di Santa Fe e candidato alle elezioni presidenziali dell'Argentina. Marcelo Somma/LATINPHOTO.org

Discendente di emigranti vallesani, Binner potrebbe diventare il primo presidente argentino a possedere la nazionalità svizzera. Secondo gli analisti, il socialista incarnerebbe la seconda forza politica in corsa alle elezioni di ottobre, dietro alla favorita Cristina Kirchner.

Primo governatore socialista del paese, Binner è considerato la vera sorpresa di queste elezioni 2011 e il candidato in grado di offrire alla sinistra l’opportunità di riacquistare un ruolo da protagonista nella politica nazionale. Durante gli oltre vent’anni di carriera politica, la sua carta da visita è stata sempre la trasparenza, così come la promozione del federalismo e della democrazia partecipativa.

Per la prima volta nella storia del paese, a metà agosto 28 milioni di argentini sono stati chiamati alle urne per le primarie, sorta di prova generale per lo scrutinio del 23 ottobre. Allora Cristina Kirchner si era imposta con oltre il 50% dei voti, mentre Binner – in corsa per il Frente Amplio Progresista (FAP) – era giunto quarto con poco più del 10%. In un mese, tuttavia, la sua posizione sembra essersi rafforzata ed ora il socialista potrebbe accaparrarsi il 20% dei suffragi.  

«In cinque settimane di campagna, abbiamo cercato di farci conoscere e di dimostrare al popolo che può avere fiducia in noi. E così siamo riusciti a conquistare oltre 2 milioni di voti: è un risultato straordinario», ha spiegato a swissinfo.ch Hermes Binner.

«Lo spazio urbano, come uno spazio di democrazia»

Con una personalità fuori dal comune per un politico argentino – solitamente riservato, austero, formale, trasparente e frontale – Binner è riuscito a sedurre un elettorato che, oltre a chiedere un benessere economico e sociale, esige maggiore onestà e trasparenza.

«La gente fondamentalmente è buona, però a volte la perversità prende il sopravvento in una società dove la perversità si sviluppa proprio dall’alto al basso. Il paese ha bisogno di un cambio di mentalità, che deve andare di pari passo con una strategia che non lasci spazio all’impunità e rafforzi la giustizia».

«Sono convinto che stiamo dando vita a un’alternativa politica che si fonda sulla solidarietà, la partecipazione e la trasparenza. È ciò che abbiamo fatto a Santa Fé, e prima ancora a Rosario, ed ora vogliamo portare avanti questi principi anche a livello nazionale».

«Abbiamo portato a un miglioramento della produzione e delle condizioni di lavoro e a progressi in ambito sociale. Una miglior educazione e salute sono aspetti fondamentalmente legati all’Argentina che sogniamo. Sono convinto che bisogna pensare allo spazio urbano come a uno spazio di democrazia».

E se il FAP non riuscisse a vincere le elezioni, quale sarebbe il suo ruolo in quanto principale forza politica di opposizione? «Continueremo a  lavorare come abbiamo fatto finora al Congresso: appoggiando tutte le iniziative positive e proponendo dei progetti alternativi quando non siamo d’accordo con la maggioranza. Vogliamo continuare a rappresentare una “opzione” e non collocarci sul piedistallo dell’opposizione».

Il vincolo con le radici elvetiche

Cresciuto in una provincia caratterizzata da una forte immigrazione – e oggi terzo polo produttivo in termini economici del paese – all’indomani della sua elezione a governatore di Santa Fé, Binner aveva spiegato a swissinfo l’importanza dei contribuiti elvetici allo sviluppo.

«La cooperazione svizzera ci ha sostenuto con la costruzione di sale operatorie ambulatoriali, mentre il canton Ginevra ci aveva dato una mano in periodi molto difficili per l’Argentina. E questo è stato possibile perché esiste un’identità forte ereditata dai nostri antenati svizzeri in termini di proposte di produzione e lavoro».

Il 25 di giugno Binner ha ricevuto a Rosario l’ambasciatore svizzero Johannes Matyassy, che ne ha elogiato il lavoro compiuto in questa regione. «Durante la mia visita ho potuto constatare che Binner ha fatto un ottimo lavoro come governatore», spiega il diplomatico. «Non è un uomo di grandi parole, ma è pragmatico e ci tiene a fare un buon lavoro. Un po’ come gli svizzeri della montagna; come i vallesani».

«Mi è sembrata una persona molto onesta, semplice e impegnata», prosegue Matyassy. «Vuole il meglio possibile per il suo popolo e in più non è un “ideologico”. È una persona aperta».

Un nuovo modello di gestione

In quale misura il modello democratico svizzero ha influenzato questo candidato alle presidenziali argentine? Probabilmente gli aspetti più significativi sono l’importanza data alla democrazia partecipativa, al federalismo e a un riavvicinamento del popolo con i propri governanti.

Tutto sta a indicare che in Argentina la vecchia opposizione starebbe passando in secondo piano, lasciando spazio a una nuova corrente guidata per l’appunto da Binner. Questa almeno è l’opinione espressa a swissinfo dal politologo Julio Burdman.

«Binner arriverà probabilmente secondo alle presidenziali di ottobre. Tra i candidati dell’opposizione, è quello che ha dimostrato maggiore credibilità. Il FAP si trova davanti all’opportunità di costruire qualcosa di molto importante, che potrebbe cambiare la politica partitica argentina».

Nato il 5 giugno del 1943 a Rafaela, nella provincia di Santa Fe, Binner ha la doppia nazionalità argentina e svizzera. Discende da emigranti vallesani, originari di Rarogne, e giunti in Argentina nel XIXesimo secolo.

In caso di elezione, Binner sarebbe il terzo presidente argentino con radici svizzere. Il primo, Carlos Pellegrini, ha governato il paese dal 1890 al 1982. Il secondo – Nestor Kirchner – è stato presidente dal 2003 al 2007.

Hermes Binner è medico all’Università nazionale di Rosario e specialista di medicina del lavoro e anestesia. È sposato con l’architetta Silvana Codino e ha cinque figli.

Circa 28 milioni di persone sono chiamate alle urne il 23 ottobre per eleggere il nuovo capo di Stato argentino.

La presidente in carica, Cristina Kirchner, si ripresenta per un secondo mandato di quattro anni. La moglie dell’ex capo di Stato Nestór è data per favorita con oltre il 50% dei voti.

Stando agli ultimi sondaggi, il candidato dell’opposizione  Hermes Binner dovrebbe ottenere il 20% dei voti circa. Il suo partito, il Frente amplio progresista (FAP) potrebbe diventare la prima forza politica di opposizione.

(Traduzione dallo spagnolo, Stefania Summermatter)

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