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Gli esperti: passaporti biometrici a rischio di abusi

Le impronte digitali come mezzo di identificazione Keystone

I preparativi in vista dell'introduzione del nuovo passaporto, hanno suscitato un ampio dibattito: fa discutere l'inclusione di un chip elettronico contenente dati biometrici e la realizzazione di una banca dati centralizzata per le impronte digitali.

Peter Heinzmann insegna tecnologie e applicazioni di internet alla Scuola universitaria professionale di Rapperswill, nel canton Zurigo.

Come altri esperti e numerosi politici, condivide le preoccupazioni legati ai possibili abusi del passaporto biometrico, su cui il popolo svizzero è chiamato ad esprimersi il prossimo 17 maggio.

I favorevoli, compreso il consiglio federale e la maggioranza del parlamento, affermano che la Svizzera non ha altra scelta: l’accordo di Schengen, che regola la frontiera europea, obbliga la Svizzera a introdurre il passaporto biometrico entro il mese di marzo del 2010. Non risponde a nessuna richiesta, invece, la creazione di una banca dati generalizzata per le impronte digitali.

Il governo assicura che il nuovo passaporto permetterà ai cittadini di viaggiare liberamente senza dovere procurarsi un visto per entrare, per esempio, negli Stati Uniti. Non è d’accordo il fronte del no, secondo cui un registro centralizzato incrina la protezione dei dati. Tra gli scettici, anche Peter Heinzmann. Intervista.

swissinfo: Quali sono le principali caratteristiche di una banca dati centrali che conserva le impronte digitali?

Peter Heinzmann: Un registro centrale che contiene le informazioni relative all’emissione di un passaporto, comprese le impronte digitali, comporta indiscutibili vantaggi amministrativi. Facilita le procedure di identificazione in caso di sostituzione del documento smarrito.

Ma questo registro potrebbe servire anche ad altri scopi, ad esempio nell’ambito di inchieste di polizia. Ma potrebbe anche essere esposto agli attacchi della pirateria e della criminalità informatica. Insomma, terze persone potrebbero tentare di usare questi dati per interessi personali. Società di carte di credito o i negozi negli aeroporti, inoltre, potrebbero avere accesso ai dati personali contenuti nel passaporto.

swissinfo: Perché un registro di impronte digitali dovrebbe essere più rischioso di una banca dati con fotografie e altre informazioni personali?

P.H.: Le impronte digitali sono sempre più utilizzate per l’identificazione delle persone. Il possesso di tali dati potrebbero favorire, per modo di dirte, il furto delle identità. Le impronte digitali sono lo strumento usato comunemente per l’identificazione biometrica dei cittadini e delle cittadine.

Il numero degli apparecchi provvisto di un lettore di impronte digitali a scopi di identificazione, continua ad aumentare. Stessa tendenza per gli edifici, o dei locali all’interno di essi, che sono accessibili unicamente attraverso il riconoscimento delle impronte digitali delle persone che hanno il diritto di accesso.

Ci sono pure computer che funzionano solo dopo l’ identificazione delle impronte digitali e sistemi di pagamento che si attivano alla sola presentazione del proprio dito.

swissinfo: Come impedire gli abusi?

P.H.: Occorre introdurre a diversi livelli, una serie di misure di informazione e di sicurezza. Dal profilo dell’organizzazione, una politica chiara, una definizione degli strumenti e degli obiettivi della banca dati affiancata da una valutazione dei rischi, costituiscono chiare priorità nel campo della prevenzione.

Ma non basta. Anche la selezione del personale riveste una grande importanza che deve anche essere formato in modo specifico nel caso in cui è chiamato ad accedere alla banca dati in questione. Occorre pure controllare tale accesso grazie a un sistema di protezione crittografato delle informazioni contenute.

Le misure di sicurezza devono infine essere sottoposte a verifiche ricorrenti e a controlli regolari; sarebbe altresì auspicabile certificare il grado di sicurezza raggiunto.

swissinfo: gli oppositori al nuovo passaporto sostengono che il documento sarà facilmente leggibile a terzi. È un’ affermazione credibile?

P.H.: Sì, ci sono prove a sufficienza che dimostrano quanto i dati contenuti nelle chip elettroniche dei passaporti, siano relativamente facilmente da leggere. Su internet si trovano addirittura delle indicazioni pratiche su come procedere.

Ho il netto sospetto che sarà molto presto possibile oltrepassare la barriera di sicurezza dei chip elettronici. Bisogna comunque dire che gli standard di sicurezza variano da un paese all’altro. Per evitare davvero rischio, credo che si debba rivedere l’intero sistema.

swissinfo: Eppure ci sono esperti secondo cui il nuovo passaporto aumenta la sicurezza, una posizione in contrasto con coloro che sostengono l’esatto contrario. Il cittadino come può farsi un’opinione?

P.H.: Tutto dipende da cosa si intende per sicurezza. Per certi esperti, significa “impossibile da falsificare”. Per altri la sicurezza si traduce nell’impossibilità che un’altra persona possa utilizzare dati personali di altri, inserendo impronte digitali differenti e un’altra foto.

Per altri ancora, la sicurezza è l’elemento chiave del dibattito sul terrorismo nell’era del turismo e della mobilità globale per mezzo del trasporto aereo. Occorre però menzionare anche l’aspetto della protezione dei dati. Bisogna evitare che terze persone non autorizzate possano appropriarsi di dati personali e delle impronte digitali.

E infine c’è la dimensione del tempo, fondamentale. Dati protetti in modo sicuro oggi, non lo saranno per forza di cose domani. Basti pensare alle prestazioni dei computer di dieci anni fa e a quelli di oggi.

swissinfo: Fino a che punto le prospettive degli specialisti sono limitate?

P.H.: Gli esperti, indipendentemente dalla rispettiva opinione, difendono i loro interessi. Spetta ai cittadini e alla cittadine trarre le proprie conclusioni, mettendo sul piatto della bilancia gli aspetti politici e tecnici.

Per quel che mi riguarda, non sono sicuro che gli esperti federali abbiano ponderato tutti gli aspetti tecnici. È per esempio molto rischioso affermare che un sistema di sicurezza sia assolutamente sicuro.

swissinfo: Una ragione in più per essere scettici?

P.H.: Un certo grado di scetticismo è necessario, ma non solo nei confronti delle autorità. Le loro conoscenze tecniche sembrano limitate, ma non il loro sapere politico e tecnico. Il contrario è vero per gli esperti tecnici, che si esprimono nel mondo intero sui passaporti biometrici.

swissinfo: E lo scetticismo verso le autorità?

P.H.: Non sono un fanatico della protezione dei dati, anche se sono vicepresidente del Forum svizzero per la protezione dei dati. Come utente abituale di Internet da lunga data sono piuttosto sicuro che i miei dati personali sono in larga misura rintracciabili.

Dobbiamo prendercela con noi stessi se abbiamo reso i nostri dati accessibili, partecipando a campagne commerciali, a forum e gruppi di comunicazione, usando i motori di ricerca.

Capisco i dubbi di coloro che non si fidano dello Stato. Non mancano gli esempi che illustrano quanto e come regole e regolamenti siano stati infranti. Lo scorso mese di febbraio il governo svizzero non ha forse ceduto alla pressione ordinando una grande banca di trasmettere alla giustizia americana dati confidenziali di clienti…

Intervista swissinfo, Urs Geiser
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

Per biometrica si intende lo studio delle caratteristiche fisiche umane finalizzato al riconoscimento ed alla identificazione delle persone.

I dati biometrici di un essere umano sono derivabili dalla misurazione di varie caratteristiche del corpo, come le impronte digitali o il DNA, o del comportamento.

Nel campo dell’identificazione delle persone, la biometrica si avvale dell’informatica.

In vista della votazione del 17 maggio sul passaporto biometrico si fono formati due schieramenti:

Favorevoli: Il governo e la maggioranza del parlamento propongono al popolo di accettare il decreto federale del 13 giugno 2008 che regola l’introduzione del nuovo passaporto, considerato più sicuro contro eventuali abusi in caso di furto o smarrimento. Favorevoli il Partito popolare democratico (destra) e Il Partito liberale radicale (destra).

Contrari: uno schieramento di sinistra, composto dal Partito socialista, dai giovani socialisti, dai Verdi e da diverse associazioni, e uno schieramento di destra, rappresentato dall’Unione democratica di centro (destra nazionalista) si oppongono per svariati motivi al passaporto biometrico. Nel mirino della critica la creazione del registro centrale con tutti i dati personali inseriti nel passaporto biometrico.

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