Prospettive svizzere in 10 lingue

Libera circolazione delle persone minacciata

Gli svizzeri temono un afflusso massiccio di lavoratori dai paesi dell'Europa orientale Keystone Archive

Secondo un sondaggio, la maggioranza della popolazione si oppone all'estensione ai 10 nuovi membri dell'Ue dell'Accordo sulla libera circolazione.

Un rifiuto comprometterebbe l’adesione della Svizzera ai Trattati di Schengen/Dublino e rimettebbe in discussione gli Accordi bilaterali già conclusi con l’Ue.

Nonostante il «sì» accordato domenica scorsa all’adesione della Confederazione ai Trattati di Schengen e Dublino, gli svizzeri non sembrano rassicurati riguardo al processo di integrazione europea.

Al centro dei timori figura l’allargamento dell’Unione europea (Ue) verso Est. Un tema che tocca da vicino anche la Svizzera, dal momento che il prossimo 25 settembre il popolo elvetico è chiamato ad esprimersi sul progetto di estensione ai 10 nuovi membri dell’Ue dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone, concluso nel 1999 da Berna e Bruxelles.

Poche differenze tra le regioni linguistiche

Secondo un sondaggio pubblicato dal giornale domenicale Le Matin dimanche, solo il 35% della popolazione direbbe oggi «sì» all’estensione della libera circolazione. I contrari sarebbero il 44% e gli indecisi il 21%.

I risultati dell’inchiesta – effettuata dall’Istituto Erasm di Ginevra interrogando 1024 svizzeri l’8 e il 9 giugno – mostrano che lo scrutinio non lascia i cittadini indifferenti: il 76% delle persone interrogate affermano che il 25 settembre andranno «sicuramente» a votare.

Secondo il sondaggio, in Romandia i sostenitori dell’estensione (36%) tallonano gli oppositori (37%). Gli indecisi sono invece il 28%.

Nella Svizzera tedesca si sono espressi a favore il 34% degli interpellati, il 46% sono contrari e il 19% non ha ancora deciso. La Svizzera italiana, come spesso succede, è stata anche questa volta trascurata dal sondaggio.

Timori per gli stipendi

Le minacce di un dumping salariale, in caso di afflusso massiccio di manodopera dai 10 nuovi membri dell’Ue, rappresenta uno dei maggiori fattori di insicurezza della popolazione.

Il 37% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere molta paura per una diminuzione degli stipendi. Il 22% ha affermato invece di temere poco questa eventualità e il 33% di non aver alcuna preoccupazione in tal senso. L’8% non ha espresso opinione a tale riguardo.

La paura di una diminuzione dei salari è maggiormente sentita da coloro che possiedono un basso livello di formazione (40%), precisa il sondaggio di Le Matin dimanche.

La settimana scorsa, da un sondaggio realizzato dal settimanale «Facts» era risultato invece che poco meno della metà dell’elettorato non sapeva ancora cosa avrebbero votato.

I «sì» all’estensione della libera circolazione erano il 30% e i «no» erano il 26%.

Rassicurazioni di Micheline Calmy-Rey

Interpellata dal giornale domenicale sui risultati del sondaggio, la ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey ha ammesso che in Svizzera vi è inquietudine, come anche in altri paesi europei.

«Il Consiglio federale prende sul serio i timori della popolazione», ha dichiarato la responsabile della diplomazia svizzera.

Per questo motivo, ha sottolineato Micheline Calmy-Rey, il governo ha concordato con l’Ue di introdurre la libera circolazione delle persone solo a tappe – fino al 2011 e, se necessario, il 2014 – e ha previsto misure di accompagnamento per evitare un dumping salariale.

Secondo la ministra degli esteri non vi sarà comunque «un’invasione» di lavoratori dall’Europa orientale.

Micheline Calmy-Rey ha inoltre ricordato che un rifiuto dell’estensione della libera circolazione non resterà senza conseguenze per la Svizzera: «L’Unione europea avrà difficoltà ad accettare che non tutti i suoi membri vengano trattati allo stesso modo dalla Svizzera».

In altre parole come, già annunciato lunedì scorso dalla commissaria europea Benita Ferrero-Waldner, un «no» del popolo svizzero il prossimo 25 settembre rischia di compromettere l’adesione della Confederazione allo spazio di Schengen/Dublino e minaccia gli Accordi bilaterali già introdotti finora.

swissinfo e agenzie

Secondo un sondaggio pubblicato dal giornale domenicale Le Matin, solo il 35% degli svizzeri direbbero «sì» all’estensione della libera circolazione delle persone.
I contrari sarebbero il 44% e gli indecisi il 21%.
Nella Svizzera francese, il 36% della popolazione è favorevole al progetto di estensione. Nella Svizzera tedesca invece il 34%.
Il 37% delle persone intervistate ha dichiarato inoltre di avere molta paura per una diminuzione degli stipendi.

Il popolo svizzero ha approvato il 5 giugno il progetto di adesione ai Trattati di Schengen (polizia e giustizia) e Dublino (asilo), già in vigore in 15 paesi europei.

Il prossimo 25 settembre il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi sulla proposta di estendere ai 10 nuovi membri dell’Ue l’Accordo sulla libera circolazione delle persone concluso nel 1999 da Berna e Bruxelles.

Per evitare il rischio di un dumping salariale in caso di afflusso massiccio di manodopera dall’Europa orientale, le autorità svizzere hanno previsto una serie di misure di accompagnamento.

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