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Niente registro centrale delle armi

Chi acquista un'arma in Svizzera non sarà registrato in un registro centrale Keystone

La Camera del popolo ha ripreso giovedì il dibattito sulle armi iniziato l'autunno scorso. L'idea di creare un registro nazionale delle armi è stata definitivamente abbandonata.

I deputati hanno inoltre respinto l’inasprimento dei controlli auspicati dalla sinistra. Prossimamente discuteranno della detenzione a domicilio delle armi di ordinanza.

L’acceso dibattito sulle armi era già iniziato lo scorso autunno durante la sessione extra muros di Flims. Come nel canton Grigioni tutte le proposte dello schieramento rosso verde volte a rendere più severi il controllo e la detenzione di armi sono state rifiutate giovedì dalla Camera bassa del parlamento (Consiglio nazionale) .

Contrariamente alla maggioranza borghese, Verdi e socialisti erano del parere che tutte le armi – comprese quelle fittizie, soft air, quelle destinate alla caccia o al tiro sportivo – fossero pericolose e andassero dunque sottoposte a un controllo. Ma la loro proposta di introdurre un permesso d’acquisto per tutte le armi è stata bocciata con 109 voti contro 64.

Fra gli altri controlli più severi proposti dalla sinistra vi era anche l’idea di indicare sull’arma da fuoco (marchiatura) gli elementi essenziali. Convinto che ciò provocherebbe costi e una burocrazia inutili, con 106 voti contro 60, il Nazionale non ha però voluto estendere questo obbligo a tutti i detentori.

Registro centrale

In nome del rafforzamento della sicurezza pubblica, la sinistra avrebbe voluto un’indicazione e una registrazione generale di tutte le armi da fuoco (circa 2 milioni) in circolazione in Svizzera. “Sono registrate tutte le automobili e tutte le mucche, perché non fare altrettanto con le armi da fuoco?”, si è chiesto l’ecologista di Zugo Josef Lang.

Ma per la maggioranza borghese, la gestione di un registro centrale delle armi richiederebbe troppo lavoro, senza rafforzare la sicurezza e ridurre la criminalità. La proposta è quindi stata respinta con 95 voti contro 65.

Lo scopo di questa banca dati – ha precisato inutilmente la socialista Géraldine Savary – non è di stigmatizzare i proprietari di armi, ma di rafforzare il coordinamento, la tracciabilità e la trasparenza.

L’idea di un registro nazionale, ampiamente respinta in procedura di consultazione, sarebbe controproducente dato che non farebbe altro che incoraggiare il mercato nero, hanno sostenuto vari deputati borghesi. Quest’ultimi non hanno dimenticato di affermare che questo progetto segnerebbe “il ritorno delle schedature”, una pratica che ha sollevato le proteste della sinistra.

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Detenzione a domicilio

La destra ha respinto anche i tentativi di limitare il margine di manovra dei cantoni, come anche di avviare un programma per la restituzione delle armi.

“La possibilità data a chi lo desidera di depositare all’arsenale le proprie armi piuttosto che tenerle a casa è sufficiente”, ha affermato l’esponente dell’UDC (destra nazionalconservatrice) Ulrich Schlüer. “Gli emendamenti della sinistra – ha aggiunto – sono solo tentativi per mettere sotto tutela gli appassionati di tiro”.

Il dibattito sulla detenzione a domicilio delle armi d’ordinanza proseguirà giovedì prossimo.

swissinfo e agenzie

I Verdi e Gioventù socialista hanno annunciato di volere lanciare un’iniziativa popolare.

Intitolata “Protezione contro la violenza armata”, essa perseguirà due obiettivi. Primo: consegnare le armi militari negli arsenali e non più tenerle a domicilio. Secondo: istituire un registro nazionale delle armi da fuoco.

Il prossimo 23 marzo si terrà una riunione tra i vari soggetti interessati a promuovere l’iniziativa. Il Partito socialista, il Gruppo per una Svizzera senza esercito e il Consiglio svizzero per la pace dovrebbero parteciparvi.

La raccolta delle firme dovrebbe iniziare alla fine di giugno.

La revisione della legge sulle armi riprende provvedimenti già accettati dal parlamento e dal popolo nel quadro degli accordi di Schengen, ma non ancora entrati in vigore.

Tra le misure figurano la marchiatura delle armi da parte dei fabbricanti, un regime più severo per il commercio di armi tra privati, come anche la proibizione di possedere armi a mitraglia e granate.

La legge vieta anche il porto abusivo di oggetti potenzialmente pericolosi. Gli organi di sicurezza potranno quindi confiscare mazze da baseball, tubi metallici, catene di biciclette se è evidente che simili oggetti potrebbero essere utilizzati come armi, per esempio durante una manifestazione.

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