Camere federali, conclusa la sessione primaverile
Temi salienti: il primo credito di 149,5 milioni di franchi per gli aiuti alle regioni colpite dalla tempesta «Lothar», l'apertura del mercato dell'elettricità e l'armamento delle truppe svizzere impegnate all'estero in missioni di pace.
Gli ultimi due temi citati sono stati esaminati dal Nazionale, mentre entrambe le Camere hanno portato in porto, eliminando le ultime divergenze, la prima revisione della legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal). Il Nazionale si è anche occupato di medicinali, autorizzandone a severe condizioni la vendita per corrispondenza, e ha respinto l’iniziativa della Denner «per farmaci a prezzi più bassi», senza opporle un controprogetto diretto. La Camera del popolo ha pure respinto l’iniziativa popolare socialista in favore dell’introduzione del referendum costruttivo.
Dal canto suo, il Consiglio degli Stati ha accolto il rapporto governativo sulla futura politica di sicurezza, ha respinto l’iniziativa popolare socialista «per il dimezzamento delle spese militari» e quella, pure socialista, «per costi ospedalieri più bassi». Gli Stati si sono pure occupati del sistema assicurativo della Cassa pensioni della Confederazione (CPC).
Le Camere hanno anche eliminato le divergenze nella legge sul personale federale, che prevede l’abolizione dello statuto di funzionario. Viste le minacce di referendum dei sindacati, non è certo che la legge possa entrare in vigore il 1. gennaio prossimo.
Il Consiglio nazionale – per mancanza di tempo, come ha annunciato il suo presidente Hanspeter Seiler (UDC/BE) – ha invece rinviato alla sessione estiva la spinosa questione del raddoppio della galleria stradale del San Gottardo, chiesto da un’iniziativa parlamentare.
Prima di affrontare una lunga lista di 20 votazioni finali, il Consiglio nazionale si è occupato nell’ultima seduta della sessione di alcuni temi minori.
Servizi pubblici
Il Consiglio nazionale ha respinto, con 86 voti contro 84, un’iniziativa parlamentare intesa a creare un fondo per compensare gli inconvenienti della liberalizzazione nelle regioni periferiche.
Alexander Tschäppät (PS/BE) auspicava che gli introiti delle tre imprese federali – La Posta, le FFS e Swisscom – alimentassero un fondo inteso a finanziare progetti di riconversione professionale e d’incoraggiamento dell’innovazione.
Con 107 voti contro 60, la Camera del popolo ha anche dato seguito a un’iniziativa parlamentare, secondo cui i concorrenti di Swisscom sul mercato delle telecomunicazioni siano pure tenuti a formare apprendisti.
Sterilizzazione forzata
Il Nazionale vuole che le persone che hanno subito una sterilizzazione forzata abbiano diritto a un risarcimento adeguato.
Ha dato seguito a un’iniziativa parlamentare in questo senso dell’ex deputata Margrith von Felten (Verdi/BS). La Camera prevede inoltre di legiferare per prevenire nuovi casi del genere.
Petizioni
Il Consiglio nazionale ha trasmesso al Consiglio federale due petizioni riguardanti la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia e la depenalizzazione della droga. La prima è stata depositata dal Concordato degli assicuratori malattia svizzeri ed è munita di 263 970 firme. Chiede che il sistema di riduzione dei premi dell’assicurazione malattia sia uniformato e reso più sociale.
La seconda petizione della Comunità nazionale di lavoro politico della droga, corredata da 11 739 firme, auspica una depenalizzazione del consumo di qualsiasi stupefacente e degli atti preparatori. Una commissione del Nazionale ha posto in consultazione diverse varianti. Il problema dovrebbe essere regolato nella revisione della legge sugli stupefacenti.
Il Nazionale ha anche preso atto, ma senza darle seguito, di una petizione del Centro Martin Luther King. Il testo è favorevole alla libera scelta tra servizio militare e civile, nonché alla durata uguale per entrambi i servizi. Con 92 voti contro 70, la Camera del popolo ha condiviso i punti di vista della sua commissione, contraria alla libera scelta.
Il Consiglio nazionale non si è invece pronunciato sulla petizione «Ripartizione del lavoro», munita di 20 000 firme e che riprende il testo di un’iniziativa popolare che non è riuscita. Dato che il Consiglio federale non ha ancora preso posizione, il Nazionale ha rinviato la decisione alla sessione di giugno. La petizione chiede una riduzione del tempo di lavoro e un’uguale ripartizione del lavoro tra uomini e donne.
swissinfo e agenzie
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