Democristiani: si decide sugli accordi bilaterali
Delegati riuniti in assemblea per pronunciarsi sul referendum anti-bilaterali. Per il presidente Adalbert Durrer, in Svizzera il sistema politico della concordanza "traballa come un pugile spossato".
La democrazia della concordanza è in crisi.
Questa la diagnosi presentata da Adalbert Durrer ai delegati democristiani riuniti oggi a Romanshorn (TG). Nel pomeriggio l’assemblea si pronuncerà sul referendum del 21 maggio contro gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea.
Il sistema politico della concordanza è «traballante come un pugile spossato», ha detto il presidente del Partito popolare democratico svizzero (PPD). Ciò sarebbe da ricondurre alla mancanza di fronti netti e alla conseguente ricerca di attenzione da parte dei partiti deviando da tale sistema. Secondo Durrer sarebbe quindi auspicabile un sistema che permetta la formazione di una chiara opposizione.
L’Unione democratica di centro e il Partito socialista -continua il presidente – hanno già abbandonato il principio della concordanza. «Si ha l’impressione che all’UDC e al PS non importi nulla della responsabilità di governo e che si preoccupino solo della propria esistenza politica».
Ma se il principio della concordanza verrà abbandonato – continua Durrer – «la fine dell’ordine sarà visibile all’orizzonte».
Il PPD – ha sottolineato il presidente – non è più disposto ad assistere ancora per molto tempo a come viene lesa la dignità politica e messa in gioco la facoltà di azione del Paese. «Il Partito vuole una politica che miri all’integrazione e alla concordanza».
Come detto, i delegati del Partito popolare democratico dovranno decidere la parola d’ordine sul referendum del 21 maggio contro gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea.
A favore degli accordi si esprimerà il consigliere federale Joseph Deiss. La parte avversaria sarà rappresentata dal consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi Flavio Maspoli, promotore del referendum.
Alla consigliera federale Ruth Metzler è riservato il discorso finale, prima del voto dei democristiani. La ministra della giustizia, parlando in merito ieri sera a Sciaffusa, ha definito gli accordi con i Quindici un segno che la Svizzera non intende isolarsi dall’Europa. Il gruppo PPD alle Camere federali si è dichiarato all’unanimità per l’adozione degli accordi.
swissinfo e agenzie
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