Disaccordo sulle chance della Svizzera dopo l’accordo UE/Cameron
Per scongiurare il rischio di un Brexit, Unione Europea e Gran Bretagna hanno raggiunto un compromesso venerdì in occasione di un vertice a Bruxelles. Si apre uno spiraglio anche per la Svizzera, confrontata con l’applicazione dell’iniziativa «contro l’immigrazione di massa»? La specialista di diritto europeo Christa Tobler vede in questo accordo di principio tra Londra e Bruxelles un’opportunità per la Svizzera. Dieter Freiburghaus, esperto di politica europea, è invece molto più scettico.
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Studi in scienze politiche e storia all'Università di Berna. Esperienze presso Reuters, Der Bund, Berner Zeitung e Radio Förderband. Interessato alla pratica della moderna democrazia diretta svizzera in tutte le sue sfaccettature. Sempre al centro: il cittadino.
Nessuna negoziazione in merito a una limitazione unilaterale dell’immigrazione, nessuna soluzione prima del referendum britannico sulla uscita o meno dall’Unione Europea. Fino ad oggi, Bruxelles si è mostrata inflessibile nei confronti della Svizzera. I cittadini britannici si pronunceranno il 23 giugno sul futuro europeo del loro paese.
Il risultato è più che mai incerto. Domenica il popolare sindaco della capitale, Boris Johnson, si è dichiarato favorevole a un Brexit.
Tutto ciò potrebbe rilanciare i colloqui tra Berna e Bruxelles, che si trovano in una fase di stallo? È immaginabile che «l’UE dica ora alla Svizzera di essere pronta a negoziare gli stessi punti concordati con la Gran Bretagna, poiché si tratta di una decisione del Consiglio europeo», ha affermato Christa Tobler, professoressa di diritto europeo dell’Università di Basilea, intervistata questo fine settimana dalla televisione svizzero tedesca SRF. Bruxelles potrebbe quindi essere pronta ad adeguare l’accordo di libera circolazione.
Con l’intesa, la Gran Bretagna mira «a diventare un po’ meno interessante, esercitando una minore forza d’attrazione. Lo stesso obiettivo è perseguito dalla Svizzera», ha indicato Christa Tobler.
Per Dieter Freiburghaus, invece, l’accordo tra Bruxelles e David Cameron non cambia sostanzialmente nulla per la Svizzera. In un’intervista pubblicata lunedì dal Tages-Anzeiger e dal Bund, l’esperto di politica europea ricorda che «Bruxelles ha sottolineato a più riprese che non vi sarà una nuova clausola di salvaguardia per la Svizzera; prima o poi Berna dovrà accettare questo dato di fatto».
«Se il governo elvetico vorrà porre un freno all’immigrazione, dovrà infrangere il trattato di libera circolazione. Punto a capo», prosegue. Freiburghaus raffredda anche le speranze di coloro – tra i politici – che credono nella possibilità di negoziare con Bruxelles dopo il voto del 23 giugno in Gran Bretagna. «Il grado di illusionismo che prevale a Berna assume contorni grotteschi», afferma. La Gran Bretagna è uno Stato membro e Bruxelles vuole cercare di prevenire una sua eventuale uscita. «La Svizzera, invece, è un’estranea».
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