La banca svizzera dovrà assumersi i circa 40 milioni di costi legati alle procedure d'assistenza amministrativa relative ai 4'450 conti di cittadini statunitensi. È quanto prevede il messaggio approvato mercoledì dal governo.
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Il Consiglio federale non vuole che le spese occasionate dalla procedura d’assistenza amministrativa per l’esame della trasmissione dei dati relativi a circa 4’450 conti di cittadini statunitensi alle autorità federali americane vadano a carico dei contribuenti elvetici.
Nel messaggio relativo all’accordo sull’UBS tra Svizzera e Stati Uniti che sarà trasmesso al parlamento, il governo precisa infatti che i costi saranno addossati alla banca.
Per sbrigare le pratiche, l’Amministrazione federale delle contribuzioni dovrà far capo ad almeno 40 giuristi che già lavorano per la Confederazione e fino a 30 specialisti di un’azienda contabile, per un costo complessivo di circa 40 milioni di franchi.
Secondo il Consiglio federale, l’accordo raggiunto il 19 agosto 2009 con le autorità fiscali – e che dovrà essere finalizzato entro un anno – è l’unica via d’uscita per risolvere definitivamente il caso UBS. In caso contrario, “è presumibile che gli Stati Uniti riapriranno come minimo il procedimento civile contro l’UBS e che un giudice statunitense potrebbe condannare la banca a consegnare i dati dei circa 4’450 conti”, si legge nel comunicato diramato dal governo.
Il 21 gennaio scorso, il Tribunale amministrativo federale aveva ritenuto insufficiente la base legale per fornire assistenza amministrativa agli USA. Per eliminare questi ostacoli, Berna e Washington hanno siglato il 31 marzo un protocollo d’emendamento per la revisione dell’accordo.
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