La libera circolazione divide le Camere
La proroga dell'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE e la sua estensione a Romania e Bulgaria devono essere trattate separatamente.
È la posizione adottata lunedì dalla commissione di politica estera (CPE) del Consiglio nazionale (Camera bassa), con 14 voti a 10. Si tratta di una decisione che prelude a un braccio di ferro fra le due Camere del parlamento, poiché in contrasto con il Consiglio degli Stati (Camera alta).
A sorpresa, nella sessione parlamentare straordinaria di aprile, i senatori avevano modificato il progetto governativo di due decreti distinti, riunendo i due oggetti in un unico pacchetto. In tal modo, in caso di referendum, l’elettorato potrebbe anche approvarne uno e respingere l’altro.
La maggioranza della CPE ha optato per la versione governativa tenendo conto del fatto che generalmente gli elettori non gradiscono i progetti vincolati fra loro, ha spiegato in una conferenza stampa il presidente della commissione, il verde argoviese Geri Müller.
Una minoranza della commissione ha giudicato del tutto artificiale tale separazione. A suo avviso non è possibile confermare l’accordo solo con una parte dei 27 Stati membri dell’Unione europea (UE). La minoranza condivide il parere del Consiglio degli Stati, secondo cui Bruxelles non accetterebbe una discriminazione di alcuni Stati membri.

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