Prospettive svizzere in 10 lingue

Niente inno nazionale in Parlamento

I deputati svizzeri non dovranno cantare l'inno nazionale all'inizio di ogni sessione parlamentare. Nonostante un ampio sostegno della destra, la Camera bassa ha infatti respinto venerdì, al termine della sessione autunnale, una mozione in tal senso.

L’esponente dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalista) Yvette Estermann ha tentato invano di convincere la Camera bassa dell’importante valore simbolico dell’inno nazionale e della necessità di meglio valorizzarlo come accade già in altri paesi. La lucernese chiedeva che i deputati ne cantassero una strofa in una delle quattro lingue nazionali, il primo giorno di ogni sessione.

Pur essendo consapevole del «significato culturale e del senso di comune identità che l’inno veicola», la maggioranza dei deputati si è però detta contraria a una sua istituzionalizzazione e ha voluto evitare che il Parlamento diventasse «un luogo di spettacolo patriottico».

A nome dell’Ufficio del Consiglio nazionale – incaricato di modificare le disposizioni del regolamento interno – la liberale-radicale Gabi Huber ha messo in evidenza anche diversi problemi pratici. Difficile gestire un coro di oltre 200 persone nell’effervescenza dell’inizio di una seduta, quando tutti entrano ed escono. Senza contare coloro che sbagliano le parole…

Il sostegno patriottico dell’UDC Caspar Baader, che avanzato l’ipotesi di ascoltare soltanto la musica del salmo svizzero, invece di cantarlo, non è bastato a far pendere l’ago della bilancia. Diversi interventi parlamentari sono stati depositati invano negli ultimi anni per chiedere un adattamento delle parole dell’inno nazionale svizzero, che risale al 1841.

swissinfo.ch e agenzie

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