Predisse fine URSS, ora anticipa fine Occidente: “Ucraina è persa”

Aveva pronosticato, statistiche alla mano, la fine dell'Unione sovietica, ora prevede il tramonto dell'Occidente: l'Ucraina è persa e gli americani hanno cattive carte con la Cina, afferma il celebre intellettuale francese Emmanuel Todd.
(Keystone-ATS) Il più grande pericolo per l’Europa? Una Germania fortemente armata.
“Non mi fido delle valutazioni rapide, non sono un giornalista”, puntualizza lo storico e antropologo, di ritorno da un viaggio in Russia, in un’intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. “Diffido anche della mia percezione”.
“Il mio metodo si basa sui fatti. Con le statistiche sulla mortalità infantile, avevo previsto il crollo dell’Unione Sovietica senza averla mai visitata. Ora constato che In Francia la mortalità infantile è in aumento: in Russia sta diminuendo ed è più bassa che in America. Sulla base di questa osservazione, sono convinto che la Russia abbia imboccato la strada della normalizzazione da quando Putin è entrato in carica. Nonostante il suo sistema politico, che è una democrazia autoritaria”.
Quella del 74enne è stata la prima visita in Russia dal 1993″. Ma non c’è il pericolo – chiede il giornalista del settimanale – di passare per l’utile idiota di Putin? “Non mi importa di questo”, replica l’esperto con studi alla Sorbonne. “Ho anche detto al pubblico che non sono affatto uno di quegli intellettuali che hanno una simpatia ideologica reazionaria per la Russia e Putin. Sono un liberale di sinistra. Il mio atteggiamento di base positivo nei confronti della Russia è l’espressione della mia gratitudine per la vittoria nella Seconda guerra mondiale. La Russia ci ha liberato dal nazionalsocialismo. I primi libri storici che ho letto a sedici anni riguardavano la guerra di Russia, Stalingrado e così via. Ho anche parlato in televisione della russofobia, la russofobia dell’Occidente. Penso che sia una malattia delle nostre società, come l’antisemitismo. Non si può giustificare con le condizioni che ho trovato in Russia. Mi sono reso conto di questo quando ero lì”.
“L’Occidente ha perso la guerra e a Mosca non si vede traccia del conflitto”, prosegue il 74enne. “Le sanzioni hanno costretto la Russia a prendere misure che Putin non avrebbe potuto attuare senza la guerra. Dagli anni 90 i russi hanno sviluppato una grande capacità di adattamento e hanno ampliato il commercio con altri paesi”.
“Gli Stati Uniti non sono riusciti a sconfiggere la Russia con l’aiuto dell’esercito ucraino: per questo hanno spostato il fronte e dichiarato una guerra commerciale con la Cina”, argomenta lo specialista. “Gli americani stanno per perdere il controllo dei sistemi finanziari internazionali e del commercio mondiale. Il mio tema non è la Russia, ma la sconfitta dell’Occidente. I paesi europei sono quelli che stanno soffrendo di più e il risultato è il trionfo dei partiti conservatori-populisti. Sono riluttante a chiamarli estremisti di destra”.
“Gli Stati fondatori dell’Unione Europea – Francia, Germania e Italia – sono stati scavalcati in questa guerra, che i vincitori della Seconda Guerra Mondiale hanno condotto l’uno contro l’altro con le armi della Guerra Fredda. L’Europa viene ristrutturata sotto la tutela americana. I paesi europei hanno perso la guerra, ma non se ne rendono ancora conto”.
Che cosa dire della retorica bellicista europea e della cosiddetta coalizione dei volonterosi? “Riconosco un desiderio di suicidio. Lo si può vedere nelle sanzioni, più dannose per l’Europa stessa. Il ritiro della Germania dall’energia nucleare è una prova di tendenze suicide, così come l’immigrazione di massa incontrollata. Anche la volontà di fare a meno del gas russo è suicida. Abbiamo a che fare con una malattia delle classi superiori”.
Rimane però il fatto che la Russia è una democrazia autoritaria. “Molte violenze brutali provengono dallo stato. Non voglio sorvolare sul trattamento riservato ai membri dell’opposizione. Lo stato russo è forte, dispone di mezzi di propaganda, intimidazione e repressione. Putin li ha usati contro gli oligarchi e ha limitato il loro potere. Questo è stato fatto in modo autoritario, ma anche democratico: il popolo russo sostiene Putin, nella lotta contro gli oligarchi e nella guerra. Gli oligarchi sono ora un problema solo per l’Occidente, soprattutto in America. In Russia, Putin ha risolto il problema. Da un punto di vista intellettuale, posso capire cosa sta facendo Putin, è razionale. Capisco il comportamento russo, il che non significa che sia d’accordo con tutto”
“L’Occidente rimane invece un mistero per me”, aggiunge Todd. “Per molto tempo ho pensato che il compito di Donald Trump sarebbe stato quello di gestire la sconfitta dell’Occidente. Poi ho capito che è stato eletto proprio a causa di questa sconfitta”.
“Mi occupo di globalizzazione da più di vent’anni. Ero contrario al Trattato di Maastricht. Anche quando è stato introdotto l’euro, che ho osteggiato, ero a favore del protezionismo. In seguito, ho difeso l’euro perché avrebbe permesso il protezionismo europeo. Tutto ciò che temevo allora si è concretizzato. La guerra in Ucraina ci costringe ad affrontare finalmente la realtà. Non possiamo più negare la realtà: il prodotto interno lordo della Russia è il 3% di quello dell’Occidente, eppure la Russia è in grado di produrre più armi dell’Occidente”.
“In America, la rivoluzione di Trump viene interpretata come un’apocalisse. Come un punto di svolta e, in senso biblico, come la rivelazione di una nuova verità. Questa valutazione è corretta”, ritiene l’intervistato. “È lo shock della realtà della guerra in Ucraina. L’apocalisse è iniziata in America, rivelando la verità che la guerra è persa. I piani per la controffensiva del 2023 sono stati sviluppati dal Pentagono. Le scorte negli arsenali americani si stanno riducendo, il riarmo non procede. L’America vuole porre fine alla guerra che i russi hanno vinto. Solo gli europei si rifiutano di riconoscerlo. Sono i burattini degli ucraini e degli americani in questa guerra, ma non hanno ancora capito che è persa. Forniscono armi e pagano, ma non sono coinvolti nella guerra. Sognano di continuare il conflitto”.
“Viviamo in un mondo alla rovescia. Sembra di essere nel Medioevo, quando i poveri e i ricchi si scambiavano i ruoli nel carnevale. Il comportamento dei capi di governo europei è così comico: minacciano sanzioni e lanciano un ultimatum dopo l’altro, senza avere a disposizione eserciti che possano dare peso alle loro parole. Alcuni non sono nemmeno in grado di far valere i propri interessi in patria. Il sabotaggio del Nord Stream, ad esempio, ha dimostrato che la Germania è ancora un paese occupato”.
Il passaggio del cancellierato da Olaf Scholz a Friedrich Merz cambia molte cose, in termini psicologici e geopolitici. “Merz è un bellicoso anti-russo. Quando era ancora candidato, si è espresso a favore della fornitura di missili Taurus all’Ucraina, destinati a distruggere il ponte tra la Russia e la Crimea: i contemporanei non sembrano rendersi conto del significato storico e morale di tali considerazioni.
“Sono favorevole a perdonare i crimini storici, ma non a dimenticarli. La Germania è responsabile della morte di 25 milioni di russi nella Seconda guerra mondiale”, ricorda lo storico. “E ora vuole intraprendere di nuovo un’azione militare contro la Russia. È inconcepibile”.
La situazione porterà a nuovi conflitti, guerre, nazionalismi, fascismi? “Non mi preoccupa la Francia”, risponde. “Non perché i francesi siano persone migliori, ma perché non sono troppo seri. I tedeschi lo sono: e quando iniziano qualcosa, la portano a termine. Quando si parla del pericolo di ‘fascistizzazione’, forse si deve pensare alla Germania. Anche se non so se il pericolo fascista venga dall’AfD o da chi lo combatte”.
“Tutti parlano di memoria, di Olocausto. Allo stesso tempo, la storia viene dimenticata”, si rammarica lo studioso. “Il riarmo e la militarizzazione della Germania in un’Europa da essa dominata sono una minaccia per la Russia. In questo caso, la dottrina russa prevede l’uso di armi nucleari tattiche. Allora si ripeterà la Seconda guerra mondiale”, conclude.