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Radici svizzere nella storia del “mouse”

Un'importante pagina della storia dei computer svizzeri è stata rievocata in questi giorni in California.

A Palo Alto, nei locali della Xerox, tre pionieri elvetici hanno raccontato il loro contributo alla realizzazione del famoso mouse. Inoltre, martedì sera circa 3,5 tonnellate di computer elvetici sono stati donati al Computer Museum History Center, che detiene la maggiore raccolta mondiale di computer.

La manifestazione, sostenuta da Presenza svizzera, è stata organizzata dalla Swiss Science & Tecnology Office. “Dopo aver visitato questo museo californiano, che si trova a Mountain View, mi sono chiesto che ruolo aveva avuto la Svizzera nella storia dei computer e come si poteva documentarlo” ci spiega il suo direttore, Christian Simm. L’idea – assicura Simm – ha riscosso subito un forte successo tra alcuni pionieri elvetici, che si sono messi rapidamente all’opera.

E’ nata così l’idea di donare al museo americano alcuni computer elvetici. “In un primo momento pensavamo ad una decina di pezzi”, ci precisa Simm. Alla fine circa 20 macchine hanno lasciato la Svizzera per venire ad ampliare la raccolta americana, che già possiede due sistemi elvetici. Sono circa 3,5 tonnellate di materiale. Il pezzo più voluminoso (circa 2,5 tonnellate) è giunto dal centro di calcolo di Manno. Si tratta di un Convex C3820. Gli oggetti sono stati donati da privati, da imprese private, ma anche dalla Swisscom e dall’ETH di Zurigo.

Alla affollata cerimonia di consegna hanno partecipato anche tre svizzeri che hanno vissuto in prima persona la storia del mouse, quel piccolo oggetto che ci permette di comunicare con rapidità e precisione con il nostro computer. Oggi sembra incredibile, ma il primo mouse è stato realizzato in legno dall’americano Bill English solo nel 1968. Prima ancora si erano tentate varie vie. Si erano pensati sistemi da far azionare con la testa, con il ginocchio o con il braccio. Alla fine è prevalsa la soluzione occhi-mano, la più semplice e la più precisa.

Verso la fine degli anni ’70, Niklaus Wirth, allora professore all’ETH di Zurigo, trascorse due anni sabatici nella Silicon Valley e si innamorò dell’ordinatore Alto della Xerox PARC. Rientrato in Svizzera prese spunto da lì per creare il Lilith. Per far funzionare questo computer aveva assolutamente bisogno di un mouse e quello californiano a quei tempi non era ancora in commercio.

Bussò allora alla porta del collega romando Jean-Daniel Nicoud, che lavorava al politecnico di Losanna ed era specializzato in macchine in miniatura. Nicoud realizzò i primi prototipi. Le idee furono in seguito raffinate e commercializzate dalla Logitech come ha spiegato Daniel Borel, uno dei cofondatori. Questo storia, rievocata nel corso di una serata animata anche da tre pionieri americani (Doug Engelbart, Bill English e Stuard Card), è stata integralmente filmata e sarà quanto prima messa a disposizione del grande pubblico.

Simm ha deciso di raccontare questa pagina di storia del computer e dei suoi pionieri elvetici in un inserto di 8 pagine. Sarà pronto all’inizio dell’anno prossimo e sarà distribuito ai visitatori del Museo della comunicazione di Berna.

Anna Luisa Ferro Mäder

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