Thomas Kern
Cabina telefonica nel campus dell'Università Pasquale Paoli, l'unica università della Corsica (1996). Conflitto: Francia (FLNC/Corsica); Inizio: 1975; Motivi: secessione della Corsica; Parti: Fronte di Liberazione Nazionale Corso e governo francese.
Thomas Kern
Thomas Coex / AFP
Il "signore della guerra" Mudeya Kepanga (a destra) e il "signore della pace" Polobi Palia, entrambi della Papua Nuova Guinea, durante una visita a Parigi (2006). Conflitto: Papua Nuova Guinea (violenze tribali); Inizio: 1975; Motivi: predominio regionale e accesso alle risorse; Parti: diverse tribù dell'altopiano.
AFP
Reuters
Foto ricordo durante la parata militare dell'Esercito dello Stato Shan a Loi Tai Leng, in Myanmar (2010). Conflitto: Myanmar (Stato Shan); Inizio: 1952; Motivi: autonomia/indipendenza dello Stato Shan; Parti: Esercito dello Stato Shan (SSA) e governo centrale.
Reuters
Dominic Nahr / Magnum Photos
Uomini di etnia Samburu durante una riunione degli anziani ad Archers Post, in Kenya (2010). Conflitto: Kenya (violenza interetnica); Inizio: 1991; Motivi: predominio regionale e accesso alle risorse; Parti: diversi gruppi etnici.
Dominic Nahr / Magnum Photos
Abbas / Magnum Photos
L'ombra della chiesa degli Apostoli al Monastero di Sant'Antonio, in Egitto (1997). Conflitto: Egitto (musulmani e cristiani); Inizio: 1952; Motivi: predominio regionale; Parti: musulmani e cristiani copti.
Abbas / Magnum Photos
Abbas / Magnum Photos
Soldati cinesi sulla piazza di fronte al tempio di Jokhang di Lhasa, in Tibet.
Conflitto: Cina (Tibet); Inizio: 1950; Motivi: secessione del Tibet, ideologia, accesso alle risorse; Parti: separatisti tibetani, governo tibetano in esilio e governo di Pechino.
Abbas / Magnum Photos
Thomas Kern
Rifugiati azeri in un edificio dell'ex industria petrolifera sovietica a Baku, in Azerbaigian (1996). Conflitto: Nagorno Karabakh; Inizio: 1987; Motivi: controllo territoriale del Nagorno-Karabakh, una regione azera popolata prevalentemente da armeni; Parti: Armenia e Azerbaigian.
Thomas Kern
Dominic Nahr / Magnum Photos
Giovani di Timor Ovest, appartenente all'Indonesia, attaccano un campo di rifugiati di timoresi dell'est a Dili, Timor Est (2006). Conflitto: Timor Est; Inizio: 2002; Motivi: territoriali; Parti: Indonesia e Timor Est.
Dominic Nahr / Magnum Photos
Diario El Comercio / Reuters
Membri del gruppo terrorista Sendero Luminoso in una foresta nel sud del Perù (2012). Conflitto: Perù (Sendero Luminoso); Inizio: 1980; Motivi: predominio regionale, ideologia e accesso alle risorse; Parti: gruppo ribelle maoista Sendero Luminoso e governo peruviano.
Reuters
Thomas Kern
Agitazioni nel quartiere Bogside di Londonderry, in Irlanda del Nord (1989). Conflitto: Regno Unito (Irlanda del Nord); Inizio: 1968; Motivi: secessione dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito; Parti: diversi gruppi nazionalisti e unionisti.
Thomas Kern
Madaree Tohlala / AFP
Poliziotti thailandesi esaminano il corpo senza vita di un sospetto militante islamista nella provincia di Narathiwat, in Thailandia (2012). Conflitto: Sud della Thailandia; Inizio: 1902; Motivi: secessione delle province meridionali di Yala, Pattani, Narathiwat e Songkhla; Parti: separatisti islamici e governo centrale.
AFP
Dominic Nahr / Magnum Photos
Soldati governativi congolesi nei pressi di Kibati, Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (2008). Conflitto: Repubblica Democratica del Congo (CNDP/M23); Inizio: 2004; Motivi: controllo territoriale e accesso alle risorse nelle province del Sud e del Nord Kivu; Parti: Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP, poi diventato M23) e governo congolese.
Dominic Nahr / Magnum Photos
Thomas Kern
Scuola coranica a Chadshal Mechi, in Daghestan, Russia (1996).
Conflitto: Caucaso del Nord; Inizio: 1989; Motivi: secessione delle repubbliche del Caucaso; Parti: militanti islamisti del Fronte caucasico, governo centrale e governi regionali.
Thomas Kern
Nel mondo si contano oggi quasi 400 conflitti di diversa intensità. Alcune lotte durano da decenni e la fine delle ostilità è ancora lontana. Malgrado non riempiano le prime pagine dei giornali, continuano a provocare morte e sofferenza.
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swissinfo.ch ha selezionato alcune di queste “crisi dimenticate” sulla base del Barometro dei Conflitti 2012 dell’Istituto di ricerca internazionale sui conflitti di Heidelberg, in Germania.
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