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Expo.02: i peccati ecologici di Berna

Un Palazzo controverso. www.expo.ch

Il progetto della Confederazione a Expo.02 fa discutere. Il Palazzo dell'equilibrio non rispetterebbe i criteri ecologici imposti ad altri progetti

Il Palazzo dell’equilibrio, progetto della Confederazione sull’arteplage di Neuchâtel dedicato allo sviluppo sostenibile, non è un esempio di rispetto ambientale. I macchinari edili utilizzati sul cantiere sono sprovvisti di filtri per polveri fini. Lo ha denunciato venerdì Aquarius, la società esterna incaricata del controllo ambientale dell’esposizione nazionale.

«Sono indignato, è mostruoso», ha tuonato il direttore di Aquarius Jean-Carlo Pedroli, precisando che «è l’unico cantiere dell’Expo che ha dovuto essere bloccato». I lavori erano stati sospesi in maggio per 24 ore – su ordine del Comune e del Cantone – a causa di problemi per l’immissione nel lago di acqua con residui di cemento nel corso di trivellazioni.

Aquarius era già intervenuta lo scorso luglio avendo constatato che su 180 macchine di cantiere utilizzate nelle arteplages dell’esposizione nazionale, solo tre erano munite di filtri. Da allora ovunque vi è stato posto rimedio, ad eccezione del Palazzo dell’equilibrio, osserva Pedroli.

Il direttore di Aquarius deplora l’atteggiamento dei responsabili della Confederazione: «Coloro che hanno imposto determinate condizioni all’Expo sono gli unici a non rispettarle». E quel che è più grave è che al Palazzo dell’equilibrio i macchinari incriminati sono utilizzati in uno spazio chiuso, all’interno della sfera di legno coperta. Secondo Jean-Carlo Pedroli, i filtri per polveri fini consentono di ridurre del 90 per cento l’immissione nell’aria di sostanze molto nocive per la salute umana.

La responsabilità operativa del rispetto delle norme sul cantiere incombe agli architetti e agli ingegneri cui è stato affidato il mandato, si difende Christian Burri, responsabile del progetto presso Techdata, la società bernese che rappresenta la Confederazione.

Egli aggiunge che le condizioni fissate per l’esposizione nazionale in materia ambientale, che sono più severe delle prescrizioni legali, sono state comunicate troppo tardi per essere integrate nelle offerte di appalto. «Ci si può attenere alle leggi in vigore, ma si fatica ad andare oltre. Per i nuovi contratti, in particolare quelli che saranno firmati per lo smontaggio, le esigenze dell’Expo saranno invece integrate».

L’architetto comunale di Neuchâtel Fabien Coquillat, incaricato dei contatti con l’Expo, conferma l’esistenza di problemi al cantiere del Palazzo dell’equilibrio. «Alle aziende che lavorano per l’Expo sono state imposte, a giusto titolo, regole piuttosto draconiane». Il fatto che le imprese che lavorano su mandato diretto della Confederazione non le rispettino «dà l’impressione che ci sono due pesi e due misure», osserva Coquillat.

«L’ufficio Techdata è stato reso attento più volte a questi problemi dallo scorso gennaio dal Dipartimento dell’ambiente di Expo.02», ha dichiarato il portavoce della direzione generale dell’esposizione nazionale Laurent Paoliello. Quanto al controllo ambientale, Aquarius ha precisamente il compito di individuare simili infrazioni, puntualizza.

I comportamenti poco rispettosi dell’ambiente non finiscono peraltro con i macchinari: al Palazzo dell’equilibrio tutte le forniture sono fatte per camion, mentre sull’insieme dei cantieri dell’Expo il 70 per cento dei materiali è trasportato per via ferroviaria o lacuale, afferma Pedroli.

«Errato», replica Christian Burri: il legno, principale componente del Palazzo dell’equilibrio, è effettivamente stato trasportato su strada perché proveniva da una regione non servita dalla ferrovia. Ma l’intelaiatura di metallo è giunta in treno.

swissinfo e agenzie

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