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Sei settimane di vacanza per tutti

I lavoratori svizzeri necessitano di più vacanze, affermano i sindacati swissinfo.ch

Conciliare meglio vita professionale e vita famigliare: è quanto chiede il sindacato Travail.Suisse che vuole lanciare un'iniziativa popolare per aumentare il numero delle settimane di vacanza.

L’Unione padronale svizzera respinge con fermezza la proposta e sottolinea che in molti settori i lavoratori hanno già più ferie delle quattro settimane previste per legge.

Tra il 1991 e il 2004, la produttività del lavoro è aumentata del 14,9%. «Durante lo stesso lasso di tempo i salari reali sono tuttavia cresciuti di un modesto 4,3%», ha fatto notare giovedì Suzanne Blank, responsabile della politica economica presso Travail.Suisse. Inoltre, se confrontati con i lavoratori dei paesi vicini, gli svizzeri hanno diritto a meno vacanze.

Sulla base di queste constatazioni – e considerando l’attuale crescita economica – il sindacato ha manifestato la sua intenzione di lanciare un’iniziativa che chiede di portare a sei il numero di settimane di vacanza in un anno. E questo per tutte le persone attive.

Ad ogni modo, il testo dovrà dapprima essere sottoposto al congresso di Travail.Suisse di dicembre. La raccolta di firme potrebbe iniziare qualche settimana più tardi.

La durata delle vacanze conta poco

Per Hugo Fasel, presidente del sindacato, «è importante compensare il carico di lavoro molto elevato e investire in favore della salute, del riposo e del tempo libero». Travail.Suisse è pure giunto alla conclusione che i lavoratori preferiscono beneficiare di più giorni liberi pagati, piuttosto che di una riduzione delle ore di lavoro settimanali.

Contattato da swissinfo, il professore di psicologia del lavoro al Politecnico federale di Zurigo Theo Wehner sottolinea che invece di focalizzare il dibattito sulla lunghezza delle ferie, bisognerebbe discutere della qualità delle interruzioni lavorative.

«La gente è così presa dal lavoro che a volte si deprime durante le vacanze, momento in cui c’è il tempo di riflettere sulla propria vita», annota Wehner.

«Altri fanno invece fatica a staccarsi dal lavoro, oppure non sono capaci di gioire per l’inizio delle ferie siccome già pensano alla montagna di lavoro che li attende al rientro», aggiunge.

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«Un costo ragionevole»

Stando ai calcoli di Travail.Suisse, una settimana di vacanza supplementare costerebbe circa il 2,3% della massa salariale annua.

Una cifra tuttavia «errata» secondo il presidente del sindacato interprofessionale Syna, Kurt Regotz, per il quale «un periodo di riposo più prolungato consentirebbe di aumentare la produttività».

Hugo Fasel precisa poi che «la vita attiva non è uno sprint, ma una maratona». Per Travail.Suisse, è dunque importante conservare le forze attive a lungo termine. Attualmente, la pressione sul posto di lavoro è diventata un rischio per la salute e il burn-out (un profondo esaurimento emotivo) ne è l’espressione.

«Non dimentichiamo che il 40% delle rendite dell’Assicurazione invalidità sono dovute a motivi psichici», rammenta Meinardo Robbiani, segretario generale dell’Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese.

Oltre un milione di ore supplementari

Max Hofmann, segretario generale della Federazione svizzera dei funzionari di polizia, rileva dal canto suo che la situazione attuale obbliga a rimandare di anno in anno più di 1,2 milioni di ore supplementari.

«La garanzia del servizio reso non deve essere messa in pericolo a causa dell’esaurimento dei poliziotti», avverte.

Al posto delle ore supplementari, Travail.Suisse intende creare un conto-vacanze, in alternativa alla legge vigente che prevede un termine di prescrizione di cinque anni per i giorni di congedo.

Padronato opposto

L’Unione padronale svizzera si oppone energicamente all’iniziativa, in quanto la proposta dei sindacati «è inutile per la maggior parte dei salariati» è comporterebbe «un ulteriore aumento dei costi del lavoro», indica in un comunicato.

Della stessa opinione l’Unione svizzera delle arti e mestieri, per la quale «sarebbe più facile risolvere il problema tramite le convenzioni collettive».

«La situazione è dipende inoltre dal settore e dalla regione: una soluzione uniforme sul piano legislativo non sarebbe dunque ragionevole», osserva il suo portavoce, Patrick Lucca.

swissinfo e agenzie

Francia: 31 giorni pagati all’anno.

Germania: 29.

Italia: 26.

Finlandia: 25.

Gran Bretagna: 22.

Media nell’UE: 25.

Svizzera: 25.

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