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Valorizzare l’esperienza per preservare la salute

Qualche capello bianco e molte conoscenze da trasmettere... Keystone

Nel mondo del lavoro, sentirsi «vecchi» a 40 anni provoca un sentimento di inadeguatezza che troppo spesso sfocia in malattie fisiche e psichiche.

Stato e aziende corrono ai ripari puntando sulla prevenzione nel campo della salute e la valorizzazione dell’esperienza professionale.

«Prevenire è meglio che curare». Un detto che vale anche e soprattutto in campo lavorativo.

Il mondo economico ne è sempre più cosciente. Responsabili aziendali, psicologi e esperti di diritto del lavoro hanno gremito l’aula principale dell’Università di Berna, dove si è tenuto il «Congresso nazionale per la promozione della salute nelle aziende», durante il quale si è discusso in particolare della forza lavoro delle persone oltre i 40 anni.

Il maggiore riconoscimento delle loro potenzialità e della loro esperienza è risultato essere un fattore importante per favorirne il benessere e prevenire malattie legate allo stress.

Troppe insicurezze

L’attuale situazione del mondo professionale è irta di difficoltà: fallimenti, ristrutturazioni, richiesta sempre maggiore di efficienza e produttività creano agli impiegati uno stress e una rimessa in gioco continui.

Il posto di lavoro «sicuro» diventa quasi un’utopia. Basti pensare ai tagli di impieghi che ormai anche lo Stato e le regie federali annunciano regolarmente.

L’insicurezza sul lavoro è per talune persone a tal punto insopportabile da condizionarne lo stato di salute, a volte in modo irrimediabile. Amara constatazione, confermata dall’esplosione delle rendite invalidità, in continuo aumento da 20 anni a questa parte.

Aumento della rendite AI

In passato, la grande maggioranza della popolazione lavorava fino al raggiungimento dell’età del pensionamento.

Oggigiorno invece, si assiste a un numero sempre più elevato di persone che, di fronte ai ritmi frenetici dell’attività lavorativa, sviluppano malattie e devono fare capo alle prestazioni dell’assicurazione invalidità.

Le cause dell’invalidità non sono solo fisiche, ma spesso anche psichiche, come ha sottolineato Maggie Graf, del Segretariato di Stato all’economia (seco): «Un terzo delle persone all’AI riceve la rendita per problemi psichici». Ed il loro numero è in costante aumento.

Un dato preoccupante che deve fare riflettere politici e datori di lavoro sulle cause di questo fenomeno e le soluzioni per arginarlo.

Nuove politiche del personale

La promozione della salute va fatta per tempo e su larga scala: «Non è un problema della minoranza, ma concerne tutti. Anche i giovani, se troppo sollecitati, rischiano di crollare dopo alcuni anni», ha affermato Michael Kohlbacher, responsabile del programma «Salute e lavoro» della fondazione Promozione Salute Svizzera.

Non esistono soluzioni miracolo, poiché ogni azienda ha il suo caratteristico ambiente, le sue gerarchie, il suo modus vivendi. I relatori propongono perciò di agire su ognuno dei fattori che sul lavoro sono suscettibili di causare problemi di salute.

Ai responsabili del personale si consiglia in particolare di creare un ambiente professionale piacevole, di migliorare la sicurezza e di favorire la comunicazione interna.

Per fare ciò è necessario che ogni azienda sappia valorizzare le risorse a sua disposizione, prima fra tutte il personale: «Il capitale umano è la più importante, per non dire la sola risorsa della Svizzera», secondo Kohlbacher.

L’esperienza è una ricchezza

Invece di servire da esempio, le persone ormai integrate da anni nel mondo professionale si sentono troppo spesso messe in pericolo o in competizione con i giovani, a volte favoriti dal datore di lavoro. Per ragioni di salario (poiché pagati meno di chi da anni lavora nell’impresa), di salute o perché freschi di studi.

Fra le misure di prevenzione considerate più efficienti dagli esperti, vi è la migliore presa in considerazione delle capacità e delle conoscenze acquisite negli anni dai dipendenti.

«Il know-how è una risorsa troppo poco utilizzata», ha sottolineato Norbert Semmer dell’Istituto di psicologia dell’Università di Berna.

Le politiche del personale dovrebbero quindi essere maggiormente incentrate sulle potenzialità di ognuno. Sentendosi valorizzato, il lavoratore più facilmente darà il meglio di sé e le aziende potranno utilizzare a loro favore quest’importante risorsa.

swissinfo, Anna Passera, Berna

Il numero delle persone anziane aumenta, quello dei giovani diminuisce.
Il 5,4% della popolazione attiva beneficia di una rendita invalidità.
Alla fine del 2004 i beneficiari di rendite AI erano 283’000, ossia il 3% in più rispetto al 2003.
I nuovi casi di invalidità dovuti a cause psichiche sono raddoppiati negli ultimi 10 anni.

La capacità lavorativa è la somma dei fattori che permettono a una persona, in una determinata situazione, di compiere un lavoro affidatole.

Essa non si basa solo sulle condizioni salariali, ma è definita dall’interazione fra l’individuo e il lavoro.

I fattori che la determinano sono: la salute fisica e psichica, la formazione e le competenze (compresa l’esperienza), i valori, il comportamento e l’ambiente di lavoro.

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