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Sciopero lavoratori edili: 6’500 operai romandi incrociano braccia

Keystone-SDA

Gli scioperi degli operai edili hanno coinvolto oggi la Romandia, dopo che nelle scorse settimane era toccato a Ticino e Berna. Secondo un comunicato di Syna e Unia, circa 6'500 persone hanno manifestato a Ginevra, Losanna, Friburgo e La Chaux-de-Fonds (NE).

(Keystone-ATS) Il Contratto mantello nazionale è in scadenza a fine anno e le discussioni con la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) “sono in corso da mesi, ma non si profila ancora una soluzione”, si legge nella nota congiunta dei due sindacati.

Le rivendicazioni delle maestranze concernono la remunerazione del percorso tra la sede aziendale e il cantiere, orari di lavoro più corti e consoni a una vita familiare, una pausa retribuita a metà mattinata, stipendi più alti e l’adeguamento all’inflazione.

Secondo il comunicato, le condizioni attuali di lavoro non sono più sostenibili, tanto meno le proposte della SSIC di “giornate di lavoro più lunghe per salari inferiori”. “Il Contratto mantello nazionale attualmente in discussione ci darebbe le stesse condizioni di lavoro dei nostri nonni”, ha denunciato José Sebastiao di Unia Ginevra.

Proprio a Ginevra i 2’000 manifestanti hanno brevemente bloccato il ponte Mont Blanc, nel Canton Friburgo 250 manifestanti si sono riuniti in più punti, tra cui sotto la sede della Società degli impresari costruttori friburghese a Courtepin, mentre a Losanna e a La Chaux-de-Fonds rispettivamente 3000-4000 e 350 lavoratori hanno sfilato per le strade del centro.

SSIC critica

La SSIC si è dal canto suo detta rammaricata per le azioni dei sindacati, che a suo dire rompono la pace del lavoro e rallentano le trattative. La branca vodese ha definito lo sciopero una “strumentalizzazione” dei muratori. I sindacati avrebbero costruito dal nulla un conflitto e che tocca a loro disinnescare.

Una seconda giornata di sciopero è in programma domani a Losanna, con un raduno in Place de la Navigation, da dove partirà un corteo alle 13.30.

Le proteste proseguiranno poi questo venerdì (7 novembre) nella Svizzera nordoccidentale, mentre il 14 novembre sarà a volta di Zurigo e delle altre regioni della Svizzera tedesca.

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