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Scudo fiscale: agenzia entrate scrive a 25’000 contribuenti

(Keystone-ATS) ROMA – “Gentile contribuente…dalle segnalazioni pervenute risulta che lei nel 2008 ha effettuato uno o più movimenti finanziari ‘verso’ l’estero, per un ammontare complessivo superiore a 50.000 euro”. E’ partita la nuova operazione dell’Agenzia delle entrate italiana per spiegare i meccanismi della sanatoria per il rimpatrio dei capitali a oltre 25.000 contribuenti che negli anni passati hanno effettuato verso l’estero movimenti finanziari di una certa entità.
L’Agenzia delle entrate va così avanti nell’attività di contrasto all’illecita detenzione all’estero di investimenti e attività finanziarie, con una nuova operazione che si aggiunge a quella di “monitoraggio” già avviata nelle scorse settimane. A differenza di quella precedente, però, questa seconda operazione non richiede una risposta del contribuente e, soprattutto, non ostacola l’eventuale adesione allo scudo.
La lettera, che è di contenuto esclusivamente informativo ma certo funge da pressing mentre è in corso l’operazione Scudo Fiscale, fa seguito all’esame dei dati provenienti dagli operatori finanziari. “Gli operatori finanziari – ricorda l’Agenzia nella missiva – sono tenuti a segnalare all’Agenzia delle Entrate i trasferimenti da o verso l’estero di denaro, titoli o certificati in serie o di massa, di importo superiore a 10.000 euro, effettuati anche attraverso movimentazione di conto i mediante assegni postali, bancari e circolari, per conto o a favore di persone fisiche”.
L’Agenzia delle Entrate, nel ricordare gli adempimenti che si sarebbero dovuti fare, stila così un promemoria anche sulla sanzioni previste, che sono state recentemente inasprite e sulle quali si sofferma la comunicazione, con un preciso quadro riepilogativo: “dallo scorso luglio – è scritto nella lettera – gli investimenti e le attività finanziarie detenuti in paradisi fiscali e non dichiarati detenuti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, sono considerati integralmente redditi sottratti a tassazione in Italia” e “le sanzioni per l’omessa indicazione sono raddoppiate (dal 200 al 400% della maggiore imposta dovuta per l’omessa indicazione in dichiarazione, dal 240 al 480% della imposta dovuta in caso di omessa presentazione della dichiarazione)”.
Il contribuente è invitato anche a segnalare all’Amministrazione eventuali “errori” che lo riguardano circa le informazioni trasmesse dagli operatori finanziari. Ma anche “a valutare attentamente questa comunicazione e, qualora sia già incorso nelle violazioni sopra evidenziate, a considerare le opportunità di ravvedimento offerte dalla normativa fiscale, che consentono di ottenere una riduzione delle sanzioni”.

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