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Braga, lo stadio preferito di Anne Wermeille

L'architetta giurassiana Anne Wermeille si è stabilita da molti anni in Portogallo. swissinfo.ch

Partita dal Giura nativo 15 anni fa per fare uno stage a Porto nell’atelier di Eduardo Souto Moura, l’architetta Anne Wermeille ha messo su casa nella città lusitana.

Con spirito critico ripercorre il suo cammino portoghese e dà un giudizio da esperta sugli stadi costruiti per l’Euro 2004.

Anne Wermeille abita nel cuore di Porto. Per raggiungere la sua casa bisogna scendere una stradina lastricata, al cui inizio si trova un albero maestoso dagli stupendi fiori violetti.

Il quartiere ha l’aria un po’ trascurata, l’intonaco delle facciate è scrostato, ma quando Anne Wermeille apre la porta della sua casa si entra in un altro mondo. Lei ed il marito, entrambi architetti, si sono ritagliati un angolo di modernità in una strada dove tutto sembra essere vecchio.

Dal giardino che si apre sul retro, si gode una vista stupenda sulla foce del Douro e su Gaia, la città gemella di Porto, che sorge sulla riva sinistra del fiume.

La calma che regna sotto gli alberi secolari del giardino di Anne Wermeille, contrasta con il traffico intenso della città, pure così vicina. Lo stadio Bessa XXI, nel quale gioca il Boavista, non è che a qualche centinaio di metri.

Senza nostalgia

Arrivata a Porto per fare uno stage in archittettura (è stata la prima stagiaire straniera di Eduardo Souto Moura, diventato nel frattempo uno degli architetti portoghesi più rinomati), Anne Wermeille si è innamorata della città… e di un giovane architetto lusitano che ha sposato e che è il padre dei suoi due figli.

“Anche se tutta la mia famiglia è in Svizzera, qui mi sento a casa. La mia vita in Portogallo mi appaga e non ho nostalgia di Saignelégier, dove sono nata. È solo quando ci torno che mi rendo conto che le mie radici sono lì”.

Il calcio per forza

Durante gli ultimi due anni, Anne Wermeille ha assistito alla comparsa della febbre per l’Euro 2004 e seguito con occhio critico i lavori di costruzione – costosi e controversi – dei dieci stadi che accolgono le partite.

Per quanto la riguarda, l’architetta non s’interessa di calcio, “ma in Portogallo è impossibile passare accanto a questo fenomeno. Qui il mondo del pallone è una passione. Chi s’incontra per la prima volta lo sceglie come argomento di conversazione e anche senza accendere la tv, basta aprire le finestre per sapere come sta andando una partita”.

Gli stadi ufo

Durante gli Europei, Anne Wermeille non metterà piede allo stadio. Del resto, da buona architetta, preferisce vederli vuoti che pieni, per avere il tempo di osservare, analizzare, comprendere.

“Oggigiorno gli stadi hanno praticamente tutti una forma ovale, sembrano quasi degli ufo. Così diventa difficile fare in modo che si integrino armoniosamente nel paesaggio”.

Certo è che sorvolando in aereo Lisbona, le dimensioni gigantesche degli stadi Da Luz e Alvalade, distanti appena un chilometro l’uno dall’altro, non possono non saltare all’occhio.

“In effetti, tutto dipende da dove sono ubicati”, spiega Anne Wermeille. “In una zona di edifici elevati, come quella dove si trova lo stadio Bessa di Porto, l’impatto sull’architettura urbana è meno traumatizzante”.

Il ruolo centrale del calcio in Portogallo si rispecchia anche nel fatto che la maggior parte degli stadi si trova nel bel mezzo della città, con tutti i problemi d’accesso che questo comporta.

Braga, il più interessante

Anne Wermeille non ama particolarmente gli stadi troppo colorati, e di tutti quelli che sono sorti per l’Euro 2004, il suo preferito è il municipale di Braga. E ciò non soltanto perché a ideare la particolare arena, abbracciata dalle pendici del Monte Castro, è stato il suo mentore Eduardo Souto Moura.

“È una rappresentazione concettuale del calcio”, spiega ammirata Anne Wermeille. “Le due tribune che si fronteggiano dividono i 30’000 spettatori in due squadre con il piacere del gioco al centro”. Si tratta di un approccio fondamentalmente diverso da quello adottato dagli architetti specializzati nella costruzione di arene calcistiche.

L’idea è quella di ritrovare “lo spirito caro ai Greci e ai Romani quando andavano all’anfiteatro. E poi la struttura dello stadio rende più piacevole la visione della partita da parte dei telespettatori, che normalmente sono molto più numerosi di quanti assistono all’incontro dal vivo”.

Alla nascita di quest’opera architettonica ha contribuito anche uno svizzero. Infatti, è nello studio del realizzatore di maquette elvetico Alvaro Negrello – anch’egli stabilitosi a Porto – che il progetto di Souto Moura ha lasciato per la prima volta la bidimensionalità della carta per diventare un modello della realtà.

swissinfo, Doris Lucini e Mathias Froidevaux, Porto

La costruzione degli stadi per l’Euro 2004 di calcio ha suscitato qualche polemica in Portogallo.

Il costo dell’operazione, sopportato in gran parte dalle casse pubbliche, sembra sproporzionato all’utilità di avere dei grandi stadi in cittadine piccole come Leiria.

Inoltre, benché inaugurati, non tutti gli stadi sono completamente finiti.

Lo stadio di Braga è stato progettato da Eduardo Souto Moura
Sulle due tribune, situate lungo i lati lunghi del campo, trovano posto 30’000 spettatori.
Durante l’Euro, ospita Danimarca – Bulgaria (18 giugno) e Olanda – Lettonia (23 giugno).

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