Bioetanolo: un potenziale limitato
Distribuito in 40 stazioni, il bioetanolo fabbricato in Svizzera viene impiegato per il rifornimento di 3'000 veicoli. Rispetto ai veicoli convenzionali, le automobili al bioetanolo producono il 75% in meno di CO2.
Un bilancio positivo, dunque, quello tracciato dal gruppo GI-BioE, che nel 2006 ha promosso l’apertura della prima stazione a Winterthur.
Il carburante E85, composto per l’85% da bioetanolo e per il 15% da benzina, viene fabbricato a partire dai detriti del legno a Attisholz, nel canton Soletta. Per la sua produzione non viene dunque sfruttato il processo di fermentazione di prodotti agricoli, come i cereali, particolarmente contestato in un periodo di crisi alimentare.
L’E85 permette inoltre di ridurre in modo significativo la dipendenza dal petrolio e contribuisce a raggiungere gli obiettivi sanciti dal protocollo di Kyoto, secondo i promotori.
Un potenziale limitato
Pur riconoscendo i pregi in termini di emissioni di CO2 più contenute, l’Ufficio federale dell’energia afferma che il potenziale dell’E85 resta limitato. Inoltre, la sua produzione richiede un elevato consumo di energia e acqua, precisa l’esperto Martin Pulfer.
L’aumento del numero di stazioni da 40 a 60 entro fine anno potrebbe comunque contribuire a un maggiore sviluppo di questo tipo di carburante. L’E85 dovrà però fare i conti con la concorrenza dei biocarburanti stranieri, visto che il 1° luglio entrerà in vigore la legge che prevede la soppressione o la riduzione delle tasse sull’importazione di combustibili poco inquinanti.

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