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Dramma militare: comandante di corpo si dimette

Keystone Archive

L'incidente militare sulla Kander, costato la vita a cinque soldati, ha avuto le prime conseguenze. Il comandante delle forze aeree Walter Knutti, ha dovuto dimettersi con effetto immediato.

Knutti non ha compiuto questo passo di sua spontanea volontà. Le sue dimissioni sono state sollecitata dal capo dell’esercito svizzero Roland Nef.
La decisione, giunta a sorpresa, è stata presa dopo che un’indagine interna ha portato alla luce irregolarità nella scelta degli ufficiali candidati ai corsi di stato maggiore generale. L’annuncio è stato dato dallo stesso Nef, venerdì in una conferenza stampa convocata in tardo pomeriggio a Berna.

In un comunicato, il Dipartimento federale della difesa (DDPS) scrive che la drastica misura “è da ricondurre alle procedure non conformi al regolamento e alle prescrizioni adottate nella selezione dei quadri presso le Forze aeree. Tali discrepanze sono venute alla luce nel corso di verifiche interne in seguito all’incidente sul fiume Kander”.

Al capo dell’esercito, prosegue la nota, sono così “stati proposti candidati per i corsi di stato maggiore generale, non selezionati secondo le disposizioni vigenti”. E tra le proposte irregolari “rientrava anche quella del comandante della compagnia di sicurezza di trasporto aereo 3” protagonista del dramma del 12 giugno scorso, che ha fatto cinque morti ed altrettanti feriti.

Ancor prima del tragico incidente, il capo dell’esercito aveva scartato quel candidato poiché non raggiungeva l’età minima necessaria. La responsabilità per la selezione dei candidati e la proposta per la loro istruzione spetta ai subordinati diretti dello stesso capo dell’esercito.

Nella fattispecie “Walter Knutti è responsabile delle lacune riscontrate. Per tale ragione il comandante delle Forze aeree ha presentato al capo dell’esercito le proprie dimissioni con effetto immediato”.

Ordine nell’esercito

Il comando delle Forze aeree è stato affidato ad interim al divisionario Markus Gygax. Da parte sua Roland Nef ha assicurato ai media di voler imporre ordine, garantendo così che l’esercito continui a essere in grado di compiere la sua missione. Dove non c’è ordine “lo ripristinerò”, ha sottolineato.

“Io comando e agisco e mi aspetto la stessa cosa dai miei subalterni”, ha affermato Nef. Il comandante Knutti non si è attenuto a questo comportamento, ha aggiunto. In quanto responsabile dell’esercito – ha precisato Nef – devo poter avere la certezza che i subalterni prendano i loro compiti sul serio.

Subito dopo il ministro svizzero della difesa Samuel Schmid ha fatto sapere, tramite il portavoce Jean-Blaise Defago, che appoggia in pieno Nef.

Da parte sua il presidente della commissione politica della Camera alta, Hans Altherr, pur non conoscendo le ragioni precise della decisione, ha definito “onorevole” il fatto che Knutti con le dimissioni si sia assunto la responsabilità di quanto accaduto alla Kander.

Uscita in gommone non era in programma

L’uscita in gommone sulla Kander non figurava sul programma del giorno della compagnia. Ciò non significa tuttavia che si sia trattato di un’iniziativa personale, ha indicato la portavoce della giustizia militare, Silvia Schenker.

Per tutte le persone coinvolte nell’incidente resta valido il principio della presunzione di non colpevolezza, ha puntualizzato.Si dovrà determinare chi era stato informato che ci sarebbe stata la discesa di rafting, ha aggiunto la Schenker.

Inchiesta estesa

Sulla base degli elementi acquisiti l’indagine è stata intanto estesa ad altre persone in seno all’esercito: tra di esse figurano gerarchie superiori del comandante di compagnia che è sopravvissuto al dramma. A causa del segreto istruttorio, non sono stati forniti ulteriori particolari.

Proseguono intanto le operazioni per ritrovare il corpo del militare ancora disperso: vi prendono parte 150 unità che attualmente perlustrano la foce della Kander.

swissinfo e agenzie

Le dimissioni forzate di un generale a tre stelle sono una rarità nell’esercito svizzero.

Nelle Forze aeree si ricorda il caso di Werner Jung. Rassegnò le dimissioni il 6 marzo 1992, dopo che nei cieli giurassiani era stata sfiorata una collisione fra un Airbus della Swissair e un Tiger dell’esercito.

A quel momento Jung si trovava alla testa delle Forze aeree da appena un anno.

12 giugno 2008 – Due canotti si rovesciano sul fiume Kander nell’Oberland bernese provocando quattro morti e un disperso.

12 luglio 2007 – Una valanga travolge sei militi che, insieme ad altri compagni, stavano salendo sulla Jungfrau.

12 ottobre 2001 – Un elicottero militare del tipo Alouette III precipita vicino a Montana, in Vallese, causando la morte dei quattro occupanti.

25 maggio 2001 – Un elicottero militare Alouette III si schianta vicino a Delémont, nel Giura, dopo aver urtato una linea telefonica. Il pilota e tre guardie di confine perdono la vita.

12 novembre 1997 – Un pilatus Turbo-Porter PC-6B precipita durante un’esercitazione nella Simmental (canton Berna). Muoiono il pilota e i quattro passeggeri.

swissinfo.ch

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