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Gondo, dieci anni dopo

Il 14 ottobre 2000, una slavina di terra è rovinata sul villaggio di Gondo causando la morte di 13 persone. A dieci anni di distanza dalla tragedia, il paese nell’Alto Vallese ricorda le sue vittime.

Chiuso nelle strette gole del fiume Divéria, oggi il villaggio di Gondo guarda al passato. Dieci anni fa, infatti, qui pioveva a dirotto. Il fragore del fiume metteva paura e il suo impeto incontrollabile si era già mangiato gli argini.

Il presidente comunale di allora e di oggi, Roland Squaretti, ritorna con la mente a quei drammatici momenti e parla della ricostruzione del paese.

«Dopo la catastrofe sono state adottate delle misure di sicurezza, alle quali abbiamo dedicato i primi due anni. Poi, ci siamo occupati della ricostruzione del paese, così come dell’Ospizio Stockalper, diventato nel frattempo ristorante e hotel», afferma a swissinfo.ch Squaretti.

L’albergo è stato inaugurato nel 2007. La ristrutturazione è costata 7,5 milioni ed è il simbolo della volontà di lottare e di far rivivere il paese. Intanto conta più di 3000 pernottamenti all’anno.

Le ferite causate dalla tragedia sono tuttavia ancora aperte. Il numero di abitanti è diminuito considerevolmente dopo il dramma. Delle 160 persone del 2000, soltanto 100 vivono ancora a Gondo.

Vivere in montagna significa infatti convivere con la paura di un’altra frana, di una caduta di sassi. Il sindaco del paese si dice tuttavia sicuro di aver intrapreso tutto quanto è «umanamente possibile per garantire la sicurezza del paese e per evitare il ripetersi della catastrofe».

«Dopo l’adozione delle misure di sicurezza, il paese ha vissuto tre o quattro nubifragi e li ha superati indenne. Ciò ci ha rassicurato», conclude Squaretti.

Sul luogo da cui è partita la frana, verranno accese giovedì mattina 13 stelle in memoria delle vittime della catastrofe. Inoltre, al pilota, che era riuscito malgrado le difficili condizioni di visibilità a trarre in salvo la popolazione, verrà consegnato un regalo.

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