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Il “coworking” arriva in Svizzera

Alex Buschor nel suo atelier all'interno degli spazi comuni swissinfo.ch

Crisi immobiliare e lavoro flessibile? Arriva a Zurigo, sull’onda del boom mondiale, il primo ufficio dove persone diverse svolgono le proprie professioni, ma gli spazi sono in comune.

L’idea del coworking viene dall’America dove gli spazi di lavoro low cost si sono diffusi da circa una decina d’anni riscuotendo un grande successo. Anche in Europa questo nuovo approccio si sta moltiplicando come un fenomeno di carattere sociologico.

Al momento, stando ai dati del Coworking Institute, nel mondo ce ne sarebbero un centinaio in continua proliferazione. Il fenomeno si è diffuso anche in Svizzera e swissinfo.ch è andata a Zurigo, nel primo coworking della città che si chiama Citizen Space.

Ma cosa sono esattamente, questi luoghi di coworking? Si tratta di grandi spazi industriali, loft, aree dismesse, che – una volta riconvertiti – vengono attrezzati con scrivanie, tavoli, sale riunioni, connessione a internet, cucine e servizi, per poi essere affittate a professionisti e freelance per periodi più o meno prolungati.

Niente a che vedere con i tradizionali studi associati: qui si può passare un’ora come tre giorni di lavoro, oppure ad una settimana, un mese, un anno. L’unico vincolo? Un contratto flessibile concernente l’uso degli strumenti.

Nomadismo creativo

Zurigo è per eccellenza, insieme a Berlino, una delle capitali del nomadismo creativo: un po’ per l’esplosione del design e un po’ per la creatività in genere, molto sperimentale e attiva.

A colpire è soprattutto l’atmosfera: in Heinrichstrasse, uno dei quartieri più innovativi, precisamente nell’ex zona industriale vicino al fiume Limmat e il ponte Europa, c’è un fermento culturale che alimenta una certa curiosità attorno al Citizen Space, specialmente tra i giovani.

Fin dalla prima mattina, un via e vai di venti persone inizia la propria attività in libertà e in stretta vicinanza, interagendo e creando a loro volta dei contatti di lavoro.

«È una forma emergente di organizzazione contemporanea – dice il creatore di Citizen Space Jürg Rohner, un grafico svizzero che a sua volta lavora insieme agli altri nuovi nomadi del mondo del lavoro – e la formula vincente è l’incrocio tra una casa, un internet cafè e l’ufficio tradizionale, senza che ci sia alcuna gerarchia».

Ambiente internazionale

L’avventura di Jürg è iniziata nell’estate del 2008, quando ha avuto l’idea di fungere da intermediario con il proprietario dell’immobile per poi trasformarlo in un coworking accogliente.

«Ho cercato di dare uno stile al luogo con elementi informali – librerie, calcio balilla, spazi comuni – riprende Rohner – per creare un’atmosfera piacevole e nel contempo per suddividere al meglio gli spazi, così da mantenere la privacy di ognuno, pur nella coabitazione. Ci sono varie possibilità di contratto, per chi inizia a lavorare in un habitat condiviso».

L’ambiente è internazionale: svizzeri, italiani, tedeschi, francesi, olandesi. C’è anche Fabio Don, un italiano di 28 anni che risiede da due anni a Zurigo. «Sono architetto e ricercatore al Politecnico. Appena ho saputo che qui esisteva questa realtà, mi sono subito informato per poter mettere a frutto i miei progetti. Credo sia molto stimolante lavorare insieme a persone che svolgono professioni completamente diverse e per questo possono diventare delle risorse».

«Lavoro qui da un paio di mesi, ma la mia vita è decisamente cambiata. Parole chiave? Mobilità e flessibilità, tenendo conto che il coworking è una buona opportunità per abbattere i costi vivi. Quanto spendo? Solo 200 euro al mese di affitto», aggiunge Fabio.

Social network reale

La carrellata prosegue con Matthias e Vanessa due graphic designer ticinesi, Escher che si occupa di web tv e realizza dei video per cucinare direttamente a domicilio, Alex Buschor che è un fotografo specializzato con tanto di studio e set allestito nel suo spazio nel coworking.

«Questa esperienza di condivisione con altre persone è estremamente importante per me. Del resto, ho persino la possibilità di disdire l’affitto in sole quattro settimane e lasciare il mio atelier all’interno del Citizen. Infatti sto già pensando di spostarmi in un’altra città per dar seguito alla mia espansione lavorativa e al nomadismo. È grazie a questa flessibilità che si può conoscere tantissima gente. Noi del coworking siamo un po’ un social network reale in continua evoluzione», conclude Alex.

Ambra Craighero, Zurigo, swissinfo.ch

Bernie Dekoven è il creatore del coworking. L’espressione, utilizzata per la prima volta nel 1999, definisce «l’arte della collaborazione virtuale, del lavorare insieme senza gerarchie».

Concretamente, persone provenienti da orizzonti professionali diversi lavorano nel medesimo spazio.

Gli esperimenti europei di coworking più conosciuti sono il Beta House di Berlino, la Ruche a Parigi, il Lebu a Londra e il Cibernarium a Barcellona.

In Svizzera vi sono esperienze simili a Basilea, Ginevra, Losanna e Zurigo.

Secondo uno studio pubblicato il 23 febbraio 2010 dalla società di consulenza immobiliare Cushman & Wakefield, gli uffici più costosi del globo si trovano a Tokyo.

Zurigo è in decima posizione. Nella classifica precedente, la città svizzera era all’11esimo posto.

La capitale giapponese supera Hong Kong, scesa in terza posizione; Londra (West End) è invece passata dal terzo al secondo rango. Le pigioni lorde nei quartieri centrali d’affari a Tokyo sono pari in media a 102 euro per m2 al mese; a Zurigo si pagano 55 euro (circa 80 franchi).

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