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Soletta: speranze in celluloide

Soletta: sei giorni e 250 proiezioni. www.solothurnerfilmtage.ch

La produzione cinematografica svizzera in vetrina a Soletta per la 37esima volta. Dal 15 al 20 gennaio si svolgono le Giornate del film con alcune novità programmatiche e molti film.

Una sei giorni di cinema rinnovata, quella di Soletta del 2002: una nuova veste grafica in giallo e nero che ricorda un po’ Locarno, una nuova sala con 900 posti per rispondere al crescente flusso di pubblico, un’apertura al mondo con la sezione dedicata al Quebec, una maggiore presenza della TV, la presenza di Expo02 e soprattutto più fiction, una sorpresa in un panorama elvetico dominato dalla documentaristica.

Negli anni scorsi la stampa non è stata molto clemente con le giornate del cinema svizzero. Troppi déjà vu, si diceva, criteri di selezione e organizzazione insufficienti e poco spazio nelle sale.

L’anno scorso si era addirittura ventilata la possibilità di una transumanza del baraccone delle pellicole elvetiche in un’altra città, alla ricerca di nuove infrastrutture e possibilità. Adesso la direzione, guidata da Ivo Kummel, rilancia in loco con molte novità, 250 proiezioni fra cui 70 lungometraggi.

Premi e programmi

Le giornate non sono un vero festival. Non c’è neanche un concorso, però si distribuiscono dei premi. Già il primo giorno, in una serata di gala, verranno attribuite le distinzioni per il miglior film, la migliore interpretazione femminile e maschile, il miglior documentario. La giuria dovrà premiare i migliori in un panorama ristretto che ha poca quota di mercato sia nei cinema che in televisione.

Al centro del programma sta, come sempre, il meglio della produzione elvetica. Dunque una vetrina in cui gli operatori, i critici e gli appassionati possono specchiarsi, rivedersi, analizzarsi, sviscerarsi, magari vergognarsi o semplicemente divertirsi.

Oltre ai lungometraggi c’è una selezione di fiction breve e brevissima, pellicole sperimentali, cartoni animati, film per bambini e giovani e soprattutto tanti documentari.

Una sezione di rilievo è quella dell’ente pubblico televisivo. La SSR SRG idée suisse rimane il principale produttore e consumatore elvetico della settima arte e a Soletta si ritaglia una buona fetta del programma.Un’altra sezione è dedicata alla regione canadese ospite, il Quebec francofono e minoritario, come tanta parte della realtà elvetica.

Anche Expo02 si mette in mostra con alcuni film che delineano quelli che saranno i contenuti di alcune arteplages dell’esposizione nazionale che inizia a maggio.

Soletta vuole anche essere terreno di dibattito. Numerose tavole rotonde e incontri prima e dopo i film rispondono alla sete di parole dopo l’indigestione di immagini.

Speranze in celluloide

Il film svizzero non brilla. Si potrebbe parlare di una storia senza happy end, ma forse, già prima dell’inizio delle proiezioni non è il caso di essere catastrofisti. Con il nuovo accordo fra operatori e stato, legato alla nuova legge, la produzione indigena dispone di risorse mai viste prima. Ma i soldi certo non bastano, ci vogliono le storie vere, bisogna portare gli spettatori al cinema e poi coinvolgerli emotivamente.

Comunque l’interesse per le Giornate di Soletta cresce. Anche per la 37esima edizione si prospetta un tutto esaurito.

Daniele Papacella

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